Stoppie bruciate vietate da ordinanze

Le ordinanze sono anche servite a ridurre l'inquinamento

Stoppie bruciate vietate da ordinanze
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Stoppie bruciate vietate dalle ordinanze comunali di Tronzano e Salasco.

Stoppie bruciate messe al bando

Salasco e Tronzano dicono no all’abbruciamento delle stoppie. La scelta per via degli alti livelli di Pm10 registrati in questi giorni. I sindaci dei due paesi hanno emanato un’ordinanza. Il documento vieta l’utilizzo di questa pratica agricola fino al rientro nei limiti di legge delle particelle inquinanti. Per chi dovesse trasgredire, sono previste sanzioni fino a 500 euro.

Siccità e Pm10 alle stelle

«Si tratta di un’ordinanza a tutela dei cittadini e non contro il mondo agricolo - precisa Doriano Bertolone, sindaco di Salasco - siamo ormai alla fine della stagione agricola e forse questi provvedimenti andavano presi prima. Fatto sta che ora ci troviamo in un momento di straordinaria siccità e quindi di straordinarie esigenze. Per questo motivo ho dato il via libera all’ordinanza». Leggendo i documenti dei due sindaci si capisce che ad aver allarmato sono stati i dati di Pm10 rilevati dall’Arpa nei giorni scorsi. A fronte di un limite giornaliero pari a 50 millionesimi di grammo per ogni metro cubo d’aria di polveri sottili, a Tronzano sono stati registrati 64 µg/mc e a Salasco 73 µg/mc. Dunque è stato di gran lunga superato il limite di protezione della salute imposto dalla normativa nazionale.

Le norme provinciali

«Visto il “Regolamento per l’abbruciamento delle stoppie del riso” della Provincia di Vercelli, emanato al fine di tutelare l’ambiente, la salute degli operatori agricoli, la salute dei cittadini e la sicurezza pubblica e dato che questa pratica è vietata al manifestarsi di particolari condizioni meteorologiche che comportino un rischio tangibile di sforamento dei livelli di qualità dell’aria- spiega Bertolone - noi sindaci abbiamo la possibilità di prescrivere condizioni più restrittive, fino totale divieto della pratica, valutando le condizioni ambientali della zona. Tra queste vi è la qualità dell’aria e se questa ha raggiunto livelli di particolare rischio».

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