«Signora Sindaco, tuteli i cittadini, non i mercanti del gioco»
Dura lettera al sindaco di Paolo Jarre, Presidente della Società Italiana Tossicodipendenze Piemonte e Valle d'Aosta e Coordinatore Servizi per il Gioco d'azzardo patologico del Piemonte.
Dura lettera al sindaco di Paolo Jarre, Presidente della Società Italiana Tossicodipendenze Piemonte e Valle d'Aosta e Coordinatore Servizi per il Gioco d'azzardo patologico del Piemonte.
L'affaire slot-machine a Vercelli, con la clamorosa marcia indietro del Sindaco sugli orari di apertura delle sale-slot, ora chiuse dalle 4 alle 10 del mattino, si allarga oltre i confini cittadini, tanto che Paolo Jarre, praticamente la massima autorità medica regionale in fatto di contrasto alle dipendenze ha scritto una lettera aperta al nostro primo cittadino, in cui, senza tanti giri di parole, rileva che mentre sono state accolte le richieste degli operatori del settore non sono state sentite le organizzazioni che contrastano il male del gioco. Un pesantissimo j'accuse che getta benzina sul fuoco.
Ecco il testo della lettera aperta a Maura Forte.
"Gentile signora Sindaco,
Lei non mi conosce e mi presento brevemente.
Mi chiamo Paolo Jarre, sono medico e dirigo da molti anni il Dipartimento “Patologia delle dipendenze” dell'ASL TO 3 in Provincia di Torino. Mi occupo da 15 anni di gioco d'azzardo patologico ed in particolare negli ultimi 10 anni ho studiato approfonditamente gli aspetti della regolamentazione locale dell'offerta di gioco in denaro. Coordino i servizi piemontesi per il gioco d'azzardo patologico.
Ho contribuito al lavoro che ha portato gli amministratori della Città di Rivoli nel 2011 ad emanare un Regolamento e poi un'Ordinanza restrittiva dell'offerta di gioco tramite slot machine e VLT che ha fatto storia perché ha portato al pronunciamento della Corte Costituzionale (Sentenza n° 300 del luglio 2014) che di fatto ha sancito definitivamente il potere sindacale di restringere spazi e orari dell'offerta del gioco d'azzardo.
Negli ultimi mesi ho raccolto con cura tutti i provvedimenti dei Comuni piemontesi in ottemperanza all'art. 6 della Legge Regionale n° 9 del 2 maggio 2016 che prescrive una limitazione all'orario di funzionamento degli apparecchi di gioco non inferiore alle 3 ore rispetto all'orario di apertura dell'esercizio.
Tra queste ho archiviato con discreta soddisfazione anche quella del Suo Comune (N° 191 del 22 luglio 2016) che prescriveva lo spegnimento degli apparecchi in questione per 5 ore al giorno, dalle 11 alle 16.
Invero le dico subito che si trattava di uno dei provvedimenti più “prudenti” e meno ragionati in Piemonte; la gran parte dei quasi 50 Comuni della Provincia di Torino (un centinaio sono quelli in Piemonte) che hanno provveduto, hanno disposto lo spegnimento per 16 ore, con funzionamento interdetto per l'intera mattinata (a protezione in particolare di anziani e studenti) e orario spezzato per evitare sessioni di gioco troppo lunghe. Ma anche se molto limitato e senza un ragionamento preciso alle spalle il provvedimento di Vercelli poteva rappresentare un primo passo.
Se è pur vero che non esiste ancora uno studio sistematico e definitivo sull'efficacia di questi provvedimenti vi sono in letteratura scientifica evidenze crescenti sul fatto che la riduzione delle occasioni di gioco in denaro riduce prevalenza e incidenza di gioco patologico.
Tutto ciò premesso mi ha stupito molto quanto da Lei deciso, su pressione dei commercianti di settore, in questi ultimi giorni, cioè di eliminare anche quel minimo di moratoria all'offerta di gioco sancita a luglio e di giustificare tale decisione con la risibile spiegazione che i giocatori si sarebbero recati nei Comuni vicini. Problema se vogliamo dei Comuni vicini, non di Vercelli.
Lei avrebbe dovuto sentire anche le Società scientifiche, i Servizi Sociali e sanitari e le organizzazioni dei pazienti e dei loro familiari e si sarebbe facilmente resa conto che stava per fare una grande sciocchezza, dannosa per numerose famiglie della città da Lei amministrata.
Uno dei motivi tecnici per cui molti Comuni, compreso Torino, hanno scelto di spegnere slot e VLT al mattino è dato dal fatto che ciò limita fortemente il meccanismo della cosiddetta “rincorsa della perdita” che porta i giocatori a rischio che si avviano verso la patologia a volersi rifare delle perdite della sera precedente appena svegli o rialzati dal letto dopo una notte insonne. Il trovare gli apparecchi disattivati per qualche ora li costringe a riprendere contatto con la realtà.
Stando alle stime nazionali e regionali a Vercelli, 47.000 abitanti circa, ci sono oltre 100 giocatori patologici e circa 300 giocatori problematici; tra questi alcune decine di minorenni che sarebbero di certo maggiormente protetti da sensati provvedimenti di sanità pubblica quali quelli in suo potere (e aggiungerei dovere...).
Ci ripensi dott.ssa Forte e emani un'ordinanza a tutela della cittadinanza e non dei pochi mercanti del gioco d'azzardo che sono venuti a piangere nel Suo ufficio!".
Paolo Jarre
Presidente della Società Italiana Tossicodipendenze
Piemonte e Valle d'Aosta
Coordinatore Servizi per il Gioco d'azzardo patologico del Piemonte