Shell cercherà petrolio anche nel Vercellese
La grande azienda petrolifera terrà più di 200 incontri in quattro province per illustare alle realtà locali la prima fase di ricerche e le salvaguardie ambientali previste.
La grande azienda petrolifera terrà più di 200 incontri in quattro province per illustare alle realtà locali la prima fase di ricerche e le salvaguardie ambientali previste.
Mentre le trivelle petrolifere stanno mobilitanto i cittadini della vicina Carpignano in proteste accese, Shell Italia segue, per la propria campagna di ricerche petrolifere, la strada della trasparenza e progetta 200 incontri nelle prossime settimane con le realtà locali interessate alle operazioni che, dopo aver seguito un procedura di Valtuazione di Impatto Ambientale, cominceranno nella vasta area comprese dal cosiddetto permesso "Cascina Alberto", relativo ad una enorme fetta di territorio, 400 km quadrati che comprendono le province di Biella, Varese, Novara e Vercelli, sì anche il vercellese sarà oggetto della prima fase di prospezioni. Tale fase non ha un carattere invasivo e non costituisce rischi per l'ambiente. Però laddove si evidenziasse la presenza di giacimenti petroliferi in quantità redditizia, proseguirebbe l'iter che ad un certo punto prevede trivellazioni.
Questo il succo del comunicato dell'azienda: "Coerentemente con il suo approccio di trasparenza, responsabilità e rispetto per i territori e le comunità locali Shell intende incontrare e parlare con quanti più interlocutori possibili nell’area con l’obiettivo primario di informare sul progetto e di ascoltare le comunità in merito ai bisogni e alle aspettative relative al progetto che l’azienda intende effettuare.
La fase iniziale del processo di ricerca di idrocarburi è la cosiddetta indagine geofisica, che serve a verificare l’eventuale presenza di un giacimento di idrocarburi. Attraverso una serie di attività non invasive, realizzate grazie alle più moderne tecnologie (tecniche 2D), sarà possibile raccogliere dati sulla struttura geologica del sottosuolo, disegnando così una immagine geofisica basata sulla propagazione e sulla rifrazione di onde elastiche.
Per questo, prima di proseguire nell’iter progettuale e autorizzativo, i tecnici di Shell saranno
impegnati, nei prossimi mesi, in un intenso piano di incontri con le realtà locali: un calendario di oltre 200 appuntamenti con rappresentanti delle Istituzioni, della società civile, del mondo economico e produttivo delle aree interessate dal permesso in questione.
Shell auspica che questo modello di relazione con le comunità locali possa essere accolto con favore e disponibilità da tutti gli interlocutori che saranno contattati per calendarizzare gli appuntamenti dei prossimi mesi"
La scheda tecnica fornita da Shell.
IL PERMESSO DI RICERCA “CASCINA ALBERTO”
Il permesso di ricerca Cascina Alberto si estende su un’area di 462 km2 in due regioni (Piemonte e Lombardia) e quattro Province (Biella, Novara, Vercelli e Varese). Inizialmente il permesso fu rilasciato dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) alla società Northern Petroleum UK Ltd il 14 luglio 2014. Successivamente, il 13 maggio 2015 Shell ha acquisito l’80% del permesso da Northern Petroleum, che continua a mantenerne il 20%.
Il progetto Cascina Alberto riguarda la fase iniziale del processo esplorativo, la cosiddetta indagine geofisica il cui obiettivo è analizzare le caratteristiche geofisiche delle stratificazioni geologiche. La tecnica consiste nella generazione e registrazione di onde elastiche che vengono riflesse dalle varie formazioni geologiche. Inoltre, dalla velocità di propagazione delle onde è possibile ottenere informazioni sulla tipologia della roccia presente nel sottosuolo. I dati così registrati consentiranno una mappatura dettagliata del sottosuolo nella zona oggetto della ricerca. Tutte le indagini geofisiche si basano su due elementi principali: la sorgente che emette l’onda, e l’apparecchiatura di registrazione che acquisisce il dato. La campagna di acquisizione dei dati, lungo le linee di indagine precedentemente individuate, avrà una durata da tre a quattro mesi e potrà partire solo dopo aver ricevuto dalle autorità competenti tutte le autorizzazioni necessarie. Come ogni fase del lungo iter progettuale e autorizzativo per la ricerca di idrocarburi, la fase iniziale del progetto Cascina Alberto è anche sottoposta a rigorose analisi di impatto ambientale, ai sensi della normativa vigente.