Santhià: in scena "Brubndibar" alla Sala Blu
Venerdì 24 gennaio alle 21, la Voce e Gli Sbiriulà celebreranno il ‘Giorno della memoria’ e la ‘Giornata del ricordo’.
Santhià: in scena "Brubndibar" alla Sala Blu. Venerdì 24 gennaio alle 21, la Voce e Gli Sbiriulà celebreranno il ‘Giorno della memoria’ e la ‘Giornata del ricordo’.
Santhià: in scena "Brubndibar" alla Sala Blu
Venerdì 24 gennaio 2020 alle ore 21 presso la sala blu del Centro Culturale Jacopo Durandi di Santhià (via E. De Amicis, 5), l’Associazione Culturale La Voce ODV e la compagnia teatrale Gli Sbiriulà celebreranno il ‘Giorno della memoria’ e la ‘Giornata del ricordo’ attraverso una performance ispirata all’opera Brundibár, composta da Hans Kràsa e rappresentata nel 1943 nel campo di concentramento di Theresienstadt. Attraverso un racconto animato, talvolta in forma di melologo, accompagnato da luci, suoni, colori e musica anche dal vivo, si ripercorrerà la vicenda di due bambini che devono cercare di guadagnare dei soldi per poter comprare del latte per la loro mamma malata. L’arrivo del malvagio ed egoista suonatore di organetto Brundibár sconvolgerà il loro piano. Grazie all’aiuto di alcuni simpatici animaletti, il cattivo musicante verrà però allontanato per sempre.
L’evento, patrocinato dall’Amministrazione comunale di Santhià sempre attenta a queste tematiche, è diventato ormai da qualche anno un appuntamento fisso e importante per condannare qualsiasi forma di guerra e di violenza contro gli altri. Attraverso il teatro si vuole infatti cercare di non dimenticare i terribili eventi legati alla seconda guerra mondiale che hanno colpito anche i nostri connazionali, lanciando allo stesso tempo un messaggio di speranza e di pace alle nuove generazioni. Sarà quindi una rappresentazione adatta a tutte le età, anche ai più piccoli, per poter riflettere in modo semplice su tematiche piuttosto delicate.
La serata si avvale della collaborazione dell’Assessore alla Cultura Renzo Bellardone che ha dichiarato: «Si è pensato alla realizzazione di uno spettacolo che, nello spirito dei tempi, vedrà rappresentata una favola per bambini scritta e messa in scena proprio nei campi di sterminio. Anche in questo caso, ho accettato di collaborare e con molta umiltà ci siamo ispirati ad una tecnica che deriva dal grande scenografo Emanuele Luzzati, trasformata per l’occasione in ombre cinesi per cercare di realizzare un lavoro che non sia dilaniante ma che mantenga vivo il ricordo e faccia riflettere sul nostro presente e sul nostro futuro. Le immagini in questo caso non saranno proiettate, ma visualizzate in una sorta di ‘impossibile’ televisore degli anni ’60».
L’ingresso, come di consueto, è libero fino ad esaurimento dei posti disponibili. Per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Associazione all’indirizzo e-mail info@lavocealice.com.