SALUTO A PINO BORDONARO: Un lungo applauso nella chiesa di S. Agnese

Toccante cerimonia venerdì 21 ottobre per il funerale del noto barista.

SALUTO A PINO BORDONARO: Un lungo applauso nella chiesa di S. Agnese
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Toccante cerimonia venerdì 21 ottobre per il funerale del noto barista.

Al grido “Pino ti vogliamo bene!” ha fatto seguito un caloroso applauso che ha scosso la chiesa di Sant'Agnese, stamane, venerdì 21 ottobre, prima della comunione al funerale di Giuseppe Bordonaro, 60 anni, barista fra i più apprezzati di Vercelli. Chiesa gremita per i tanti “compagni di viaggio”, magari solo semplici avventori, amici di più lunga data, parenti e anche personalità dell'arte e della cultura. Tutti si sono stretti intorno alla moglie Filomena “Nuccia”, ai figli Antonio, Luigi, Giusy e tutta la famiglia. Non a caso prima dell'ultimo omaggio del celebrante, monsignor Giuseppe Cavallone, amico di lunga data della famiglia, la soprano Simona Zambruno ha intonato una commovente “Ave Maria”. Il canto era una delle passioni di Pino, trasmesso in particolare al figlio Antonio, nei suoi bar spesso organizzava il karaoke, mettendosi personalmente in gioco.

In questi due momenti tutta l'emozione di una celebrazione sobria, improntata all'annuncio del Vangelo di Giovanni 6,40 «Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno». “Gesù è il buon pastore – ha detto Mons. Cavallone – e non vuole che nessuna delle sue pecore vada perduta. Pino non è nel vuoto, ma è entrato in una nuova vita che è il dono di Dio ai suoi figli. Crediamo che ora ha ricevuto la ricompensa per tutto l'impegno che ha messo nella sua vita, nella professione, con la famiglia e il prossimo. Ora vede il volto di Dio”.

Chi scrive ha avuto modo di apprezzare il modo di fare del noto barista, prima al “Gioberti” e ora al “Golden 67”, tanti gli episodi da ricordare. Lui per i suoi clienti le studiava tutte... tifoso juventino ha ospitato l'Inter Club, delle serate di karaoke abbiamo già detto e poi, specie negli ultimi anni, mi ricordo la festa di San Silvestro, che però lui intendeva come momento per stare insieme ai suoi amici, come una grande famiglia allargata, non per un calcolo commerciale. Ma in verità la memoria non mi aiuta più di tanto. Ecco dunque la testimonianza di due vercellesi-doc che hanno frequentato a lungo Giuseppe Bordonaro.

“Era un uomo squisito – dice Pino Marcone, scrittore e regista teatrale – aveva un senso profondo del proprio lavoro, sempre cordiale e allegro anche quando le cose non andavano bene, come nel periodo della malattia, manca a tante persone anche perché siamo rimasti dolorosamente sorpresi dalla gravità delle sue condizioni di salute. L'avevo conosciuto ai tempi in cui era al Marchesi, ricordo i suoi straordinari gelati. Si faceva sempre in quattro per soddisfare le esigenze delle persone e tutti sono sempre stati soddisfatti. Amava la storia vercellese e non disdegnava chiacchierate in dialetto”.

Anche Ivo Guzzon è un protagonista della cultura: “Che posso dire? Lo frequentavo da trent'anni almeno, lo rivedo al “Marchesi” ancora col suo papà. Adorava preparare dei cocktails sempre speciali, erano leggendari. E' stato per me sempre un amico”.

Altri ricordi sul giornale di lunedì 24 ottobre.

 

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