Profughi all'addiaccio: "Aiutateci, siamo stanchi e abbiamo bisogno di un riparo"
Un folto gruppo di pachistani e afgani accampato in piazza Mazzini.
Nelle foto un gruppo con i cartelli e immagini dell'accampamento, quella con le persone accosciate è stat scattata martedì 12 aprile.
Davvero in questo momento ci rendiamo conto di quanto il mondo intorno a noi sia un incubo per troppe persone innocenti, che non desiderano altro che avere una vita dignitosa. Mentre infuria l'emergenza Ucraina, che ci tocca più di altre perché vicina, continua la fuga di tanti soprattutto giovani, da terre in cui non è più possibile stare. E riprende anche lo "scandalo" di istituzioni che non hanno saputo ancora dare risposte umane a chi arriva nella ormai ben nota piazza Mazzini e dorme sulle panchine o sul prato anche diverse notti prima che, espletate le formalità in Questura, possa avere uno status di richiedente asilo ed essere indirizzato in un Cas.
"Per favore aiutateci"
La prima segnalazione di un nuovo gruppo di profughi accampati risale a ieri, martedì 12 aprile 2022. Nella mattinata è giunta alla nostra redazione una chiamata. Una voce in inglese che chiedeva ascolto. Sul posto abbiamo trovato un gruppo di oltre 10 persone. In un italiano forse tradotto da google o forse scritto da qualcuno, chiedono, mediante un cartello: "Abbiamo un'umile richiesta al rispettato governo italiano e al team di asilo di Vercelli. Siamo molto stanchi, le nostre condizioni molto peggiori, per favore dacci asilo, abbiamo bisogno di un riparo, per favore aiutaci, per favore".
Un altro cartello, in inglese afferma: "siamo nel parco da 20 giorni" e aggiunge che nessuno finora ha avuto pietà di loro.
Si tratta di giovani di due gruppi uno dal Pakistan e l'altro dall'Afghanistan. Dicono di essere una sessantina, ma sul posto non sembrano essercene più di 15.
Sono dati che non trovano conferme, ma il cuore del problema non cambia.
Le emergenze umanitarie si sommano
La Caritas, contatta dal giornale, riferisce che hanno avuto solo notizie ufficiose di una presenza, ma finora nessuno si è fatto vivo, a richiedere aiuto, né è stato fatto dalle autorità. In questo momento, peraltro, quasi tutti i posti disponibili sono occupati dai rifugiati ucraini, quasi tutti donne e bambini. Come sempre la Caritas, se interpellata, farà il possibile, ma al momento pare non esserci una soluzione in vista per i nuovi disperati. Dovranno aspettare di aver sbrigato le pratiche prima di trovare un tetto sopra la tesa.