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Ognuno è libero di farsi fregare. C'è chi crede alle favole e chiede gli occhi alla realtà e regala la propria libertà ad altri. GUSTIBUS
Damanhur è “tecnicamente” una setta. Come da definizione Treccani: “Associazione di persone che seguono e difendono una particolare dottrina filosofica, religiosa o politica”. Quindi se volete fare i fighetti che sono alternativi, poi vi tenete gli appellativi. Altro elemento che contraddistingue una setta è che il fondatore è ricco sfondato. Ulteriore elemento è che il fondatore finisce per crederci al punto da arrivare all’autodistruzione. E poi lasciami dire che sventrare una montagna per dipingerne gli interni con tecniche infantili è veramente da criminali.
Nessuno ha infamato Damanhur. Il giornale ha anzi intervistato un membro dell'associazione pubblicando il proprio ricordo di Bessi. Parimenti nessuno ha collegato la morte del nostro concittadino all'appartenenza al gruppo di preghiera. C'è un'inchiesta in corso, ricordiamolo tutti.
Certo che infamare Damanhur inserendo malignamente la parola «setta» nel titolo è proprio una carognata. A parte il fatto che Damanhur è tutto fuorché una setta (basterebbe capire il significato corretto del vocabolo per rendersene conto), qui viene utilizzata una parola dispregiativa in maniera assolutamente fuorviante. Anche perché l'eventuale relazione fra Damanhur e questo tragico caso di cronaca è tutto da dimostrare. Ecco all'opera la propaganda ideologica «anti-sette» che asservisce i giornalisti di dozzina. Siamo alle solite: «sbatti il mostro in prima pagina». Per chi volesse approfondire, qui si spiega bene come funziona questa macchina del fango: http://antisette.blogspot.com/2018/06/antisette-favis-sonia-ghinelli-gogna-mediatica-comunita-shalom-assoluzione.html