Omicidio Bessi: tutta la verità della Procura

Il dettaglio delle evidenze che hanno spinto gli inquirenti a sospettare di Perini e anche del figlio.

Omicidio Bessi: tutta la verità della Procura
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Omicidio Bessi: il comunicato ufficiale. Il dettaglio delle evidenze che hanno spinto gli inquirenti a sospettare di Perini e anche del figlio.

Omicidio Bessi: il comunicato ufficiale

Ecco il comunicato che ordina e chiarisce i vari aspetti dell'indagine, alcuni del quali già indicati nella diretta dalla Procura del precedente post.

In data 5 ottobre la Procura della Repubblica ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto per il reato di omicidio a carico di Perinio Giovanni, classe 48, da moltissimi anni residente in città.

La Polizia di Stato, e nello specifico la Squadra Mobile di Vercelli in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo, ha eseguito tale provvedimento restrittivo nella mattinata del 6 ottobre.

Indagini complesse

Le attività investigative si sono rivelate particolarmente difficili sin dall’inizio: il carattere schivo e riservato della vittima e la peculiarità della sua attività commerciale, che era considerata un crocevia per clienti di ogni estrazione sociale, ha reso arduo il compito degli investigatori.

Le indagini, svolte anche con l’ausilio del Servizio Polizia Scientifica e dei Gabinetti di Polizia Scientifica di Torino e Vercelli, sono state immediatamente finalizzate alla ricostruzione della vita privata del Bessi ed alla ricerca del movente del delitto.

Omicidio d'impeto

Le modalità dell’aggressione hanno fatto pensare immediatamente ad un omicidio d’impeto, originato da motivi personali che avevano fatto scattare nell’assassino una rabbia incontrollabile, come dimostrato del resto dal numero di coltellate inferte.

La certosina analisi delle immagini di video sorveglianza, unita ad una poderosa analisi del traffico telefonico e telematico delle celle della zona, nonché l’attività tecnica svolta per l’analisi del cellulare della vittima hanno permesso di stringere il “cerchio” sull’uomo successivamente fermato e sul figlio di quest’ultimo (operaio vercellese residente in provincia di Milano).

Il cerchio si stringe su padre e figlio

Le contraddizioni emerse dalle testimonianze e le fortissime incongruenze, derivanti dai dati tecnici in possesso degli  inquirenti, hanno fatto si che le attenzioni della Polizia di Stato e della Procura della Repubblica si focalizzassero su tali soggetti che sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di omicidio in concorso.

Sono state così avviate attività tecniche d’urgenza nei confronti dei due uomini e, grazie alle evidenze probatorie emerse, sono state effettuate perquisizioni a loro carico perché vi era il fortissimo sospetto che gli stessi potessero inquinare il quadro probatorio che si stava delineando a loro carico.

Trovata un'ingente somma di denaro

L’esito ditali accertamenti e il rinvenimento, nella disponibilità del più anziano tra gli indagati, di una somma di contanti spropositata per il suo di tenore di vita ha fatto aumentare i sospetti nei confronti del genitore.

I successivi accertamenti hanno condotto gli inquirenti ad approfondire la posizione del padre, che le immagini della videosorveglianza di due attività commerciali ritraevano nei pressi dell’abitazione della vittima in orario compatibile
con l’esecuzione dell’omicidio. La successiva audizione dei due ha condotto il figlio a collaborare con gli inquirenti, rivelando di aver appreso dalla viva voce del padre della responsabilità del padre stesso nella commissione dell’omicidio.

Confessa e poi ritratta

Il padre, quindi, dapprima confessava anche agli inquirenti di aver assassinato il Bessi, per un motivo peraltro non rivelato, per poi ritrattare la confessione stessa in occasione dei successivi interrogatori.

Finisce in carcere

La gravità del quadro indiziario a carico di quest’ultimo ed alcune frasi carpite dalle intercettazioni che facevano presumere la possibilità di un imminente fuga hanno determinato l’adozione da parte del Pubblico Ministero di un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti dell’uomo.

Il suddetto provvedimento è stato convalidato in data 9/10/2018 dal G.I.P. competente il quale accogliendo l’impianto accusatorio ha disposto per l’uomo accusato di omicidio la misura restrittiva della custodia cautelare in carcere.

Commenti
Antonio

Ormai ci avviamo ala fine del mondo la gente è impazzita si ammazza solo per una parola poveri noi il mondo è impossessato da satana che tristezza

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