Nuovo Ospedale a Vercelli nel piano edilizio sanitario regionale
La struttura sarà di I livello ed è inserita nel pacchetto di interventi approvato oggi. Ma il Pd sostiene che per ora si tratta solo di un libro dei sogni
Un nuovo ospedale a Vercelli, con un investimento di 155 milioni di euro e un'area interessata di 50.000 metri quadrati. Sarà un nuovo presidio ospedaliero -DEA di I livello. Quando lo vedremo, ma al momento bisogna ancora dire "se" lo vedremo, non è dato sapere ancora, ma l'ipotesi assume una sua prima consistenza, essendo fra i sei ospedali che la Regione ha ufficialmente previsto in un ambizioso piano strategico di edilizia sanitaria.
Sei ospedali, 1 miliardo e 300 milioni di euro
«Con l’approvazione della programmazione di indirizzo strategico generale per la realizzazione di sei nuovi ospedali a Torino, Ivrea, Vercelli, Savigliano, Alessandria e Cuneo, la Regione Piemonte compie un altro importante passo verso il potenziamento e la modernizzazione delle strutture sanitarie sul territorio. Dopo l’avvio del cantiere del Parco della Salute di Torino e l’imminente bando per la costruzione della nuova Città della Salute e della Scienza di Novara, si delineano nuovi orizzonti organici e razionali di organizzazione della rete sanitaria sul territorio regionale per livelli di competenza e azioni di ammodernamento infrastrutturale. Sono grato al Consiglio regionale che ha sostenuto con ferma convinzione e determinazione questo nuovo piano di investimenti in edilizia sanitaria da quasi un miliardo e 300 milioni di euro».
Così l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, commenta l’approvazione, da parte del Consiglio regionale, della prima programmazione di indirizzo di carattere strategico generale di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione di sei nuovi presidi ospedalieri in Piemonte.
"Si interviene su metà del patrimonio sanitario"
«La necessità per la Regione di innovare e riorganizzare la rete ospedaliera piemontese - continua l’assessore Icardi - nasce non solo dall’esigenza di un miglioramento degli aspetti gestionali e strutturali risultati critici, ma anche a seguito della eccezionale sollecitazione ai servizi sanitari nazionale e regionali che si é dovuta fronteggiare a causa della pandemia.
Con questo piano andiamo ad intervenire su realtà del patrimonio sanitario piemontese che hanno evidenziato condizioni e stato d’uso obsoleti e generato rilevanti costi di gestione e di manutenzione, con l’obiettivo di migliorare l'umanizzazione dei servizi sotto il profilo della qualità delle strutture, delle relazioni con il cittadino/paziente, dell’efficacia delle prestazioni e della competenza professionale.
Il sistema sanitario sta affrontando una profonda trasformazione rivolta non solo all’innovazione del modello organizzativo ed alla tecnologia, ma soprattutto ad una rivisitazione del rapporto servizi-paziente, con conseguenze sui diversi livelli del sistema stesso, istituzionale, professionale, gestionale e sociale. Una rivoluzione che il Piemonte sta affrontando in modo complementare sia sul fronte degli ospedali che su quello dell’assistenza primaria sul territorio».
Sul piano finanziario, gli interventi sono valutabili dall’Inail nell’ambito dei propri piani triennali di investimento, ma resta aperta la possibilità di attivare altre tipologie e forme di finanziamento.
Ma il Pd è scettico
A stretto giro, però, il vice presidente della Commissione Sanità Domenico Rossi e Raffaele Gallo, Presidente Gruppo Pd del Consiglio Regionale osservano:
"Prima di tutto gli importi sono sottostimati in rapporto ai posti letto ipotizzati, soprattutto se paragonati ai nuovi fondi per la Città della Salute e della Scienza di Novara dopo che la gara è andata deserta. Rileviamo, infatti, che mancano almeno 250 milioni di euro. In queste settimane, inoltre, l’assessore non ha sciolto il nodo dei 100 milioni previsti per la progettazione degli ospedali.
Tutte questioni che, già evidenziate in Commissione, la Giunta e la maggioranza hanno deciso di ignorare. Ma senza i progetti INAIL non prende nemmeno in considerazione la fattibilità di quanto indicato.
Discutibile anche la scelta di puntare tutto su INAIL, mettendo in secondo piano altre forme di finanziamento a partire da quelle governative, che, in questo modo, andranno a finanziare i nosocomi di altre regioni".