Caso annoso

Migranti piazza Mazzini: il volontariato chiede alla politica idonee soluzioni

Richieste azioni immediate da parte delle istituzioni.

Migranti piazza Mazzini: il volontariato chiede alla politica idonee soluzioni
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Nella foto una recente permanenza di migranti nei giardini di piazza Mazzini.

Da anni, periodicamente, si parla dell'emergenza profughi in piazza Mazzini, e finora le istituzioni cittadine non hanno brillato per solidarietà, lasciando spesso per giorni pakistani e afghani a dormire all'adiaccio. In parte a porre rimedio è stata la Caritas e altri volontari, ma da Prefettura e Comune non è mai stata avanzata una proposta decente per la gestione dei migranti nella fase in cui non possono ancora essere inviati ai Cas.

L'incontro con i politici

Per questo il Coordinamento Emergenza Accoglienza, costituito da una trentina di enti del terzo settore di Vercelli per affrontare l’emergenza Ucraina, ha invitato le forze politiche vercellesi presenti in Consiglio Comunale a valutare alcune proposte per il problema dello stazionamento di migranti nei pressi della Questura in piazza Mazzini.

Hanno raccolto l’invito Fratelli d’Italia (Pasquino), la Lega (Pipitone), Siamo Vercelli (Torrazzo) e il PD (Fragapane). È inoltre intervenuto il presidente del Consiglio Comunale Lavarino.

I rappresentanti del Coordinamento hanno avanzato alcune proposte per mitigare la situazione di disagio. In particolare si sono soffermati sull’utilizzo del dormitorio comunale, l’utilizzo dei servizi igienici e la necessità di un potenziamento dell’hub di Settimo Torinese per dare ospitalità nei termini previsti dalle leggi in vigore.

I capigruppo consigliari che hanno aderito agli incontri hanno manifestato sensibilità sul tema sollevato e condivisione circa la necessità di trovare idonee soluzioni.

Il documento proposto

Com’è noto, dall'estate del 2020 la città di Vercelli è stata protagonista dell'arrivo pressoché continuo di migranti via terra, in maggioranza di nazionalità pakistana e afghana, richiedenti asilo che hanno occupato all'addiaccio, per tempi anche molto lunghi, i giardini di piazza Mazzini.

Da allora, la Caritas diocesana di Vercelli in collaborazione con Croce Rossa, Migrantes, comunità di S. Egidio e soggetti della società civile si è fatta carico in modo quasi esclusivo della loro assistenza, sostentamento e protezione, sia dal punto di vista economico che logistico, in un quadro reso ancor più difficile dall’insorgere dell’emergenza per i profughi ucraini.

Il nostro Coordinamento, nato dall’esigenza di ottimizzare le risorse disponibili agli enti del volontariato vercellese per affrontare l’emergenza ucraina, constata che i problemi irrisolti dell’ospitalità nei confronti dei migranti via terra risultano quindi enfatizzati e provocano un consumo di risorse umane ed economiche che finiscono per impattare anche l’aiuto alle fasce più in difficoltà della popolazione vercellese.

Trovare idonee soluzioni

Questo Coordinamento ritiene quindi necessario e urgente dialogare con le forze politiche locali per condividere le criticità riscontrate e cercare di individuare idonee soluzioni, considerando anche la prospettiva di inasprimenti della situazione corrente derivante dall’evolversi del conflitto russo-ucraino.

In riferimento all’art 6 d.lgs. 25/2008 sappiamo che le Questure sono l'istituzione competente nell'accettare le domande dei richiedenti asilo che raggiungono il nostro territorio e che ciascun individuo ha il diritto di chiedere protezione e asilo nel nostro Paese. Sappiamo inoltre che questo diritto prevede, come citato dall’art. 35, comma 3 d.lgs. 286/1998 (testo unico immigrazione) che i migranti, anche non regolari, abbiano diritto all'assistenza sanitaria minima (incluso l’utilizzo dei bagni pubblici, attualmente impedito dalla necessità di tessera sanitaria) in assenza della quale si crea, quindi, una condizione potenziale di rischio sanitario in luoghi ad alta frequentazione di bambini e famiglie.

La proposta

La nostra proposta, quindi, prevede due azioni, la prima immediata e la seconda di maggiore respiro.

All’Amministrazione cittadina richiediamo che

  • Sia concesso in via immediata - con le eventuali modifiche ai regolamenti in corso – l’utilizzo del dormitorio anche ai non residenti, quali ad esempio i migranti in attesa di consegnare la loro domanda di protezione alla Questura, anche per periodi superiori ai tre giorni come attualmente previsto per soggetti regolarmente residenti nel comune di Vercelli o in comuni con esso convenzionati.
  • I bagni pubblici possano essere utilizzati liberamente da tutti coloro che ne hanno la necessità, senza impedimenti di alcun tipo – quale l’utilizzo della tessera sanitaria - al fine di evitare che si verifichino episodi che possano mettere a rischio la salute dei cittadini di Vercelli e il decoro della città.

Alle forze politiche vercellesi richiediamo che intervengano presso le proprie rappresentanze regionali e nazionali al fine di riattivare una possibilità di pre-accoglienza per questi migranti, in analogia a quanto in precedenza organizzato anche a cura di tutte le prefetture piemontesi (il Centro Fenoglio di Settimo Torinese), in modo da garantire a queste persone un’accoglienza strutturata e gestita con modalità rispettose dei diritti umani e orientata all’integrazione.

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