Borgosesia

"Medico alterato al pronto soccorso": la denuncia di Tiramani

L'episodio è stato riferito a Borgosesia, nella serata di domenica 21.

"Medico alterato al pronto soccorso": la denuncia di Tiramani
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Un paziente del pronto soccorso di Borgosesia si sarebbe trovato di fronte un medico in stato alterato: lo riferisce il sindaco Paolo Tiramani.

L'episodio

«Ieri sera, dopo le 20, al Pronto Soccorso di Borgosesia un paziente si sarebbe trovato davanti un medico alterato: il borgosesiano riferisce di aver deciso di andarsene perché parrebbe che il medico avesse l’alito vinoso, l’eloquio impastato e le movenze instabili, tanto che il cittadino si sarebbe fortemente allarmato sulla sua affidabilità». A riferirlo è il sindaco Paolo Tiramani. Il primo cittadino chiede ora spiegazioni all’Asl: «Il mio concittadino, illustre esponente del mondo sportivo locale, mi ha chiamato stamattina, sconcertato, per segnalarmi il gravissimo episodio che si è verificato ieri sera – dice Paolo Tiramani – mi ha riferito che il comportamento del medico sarebbe stato tale da non lasciargli dubbi, tanto che si è rifiutato di farsi curare da lui e lo ha segnalato agli altri medici».

I carabinieri

«È intervenuto subito il responsabile del Pronto Soccorso, il dott. Matteo Brustia, che ha allontanato il medico prendendo le redini della situazione - aggiunge Tiramani - So che nella nottata sono intervenuti anche i Carabinieri, e parrebbe che il dottore, non dipendente dell’Asl ma di una cooperativa esterna, si sia rifiutato di sottoporsi ad accertamenti. È andata bene, ma se invece del mio concittadino, vigile ed in grado di rifiutare le cure di un medico non adeguato, fosse arrivato un anziano o una persona in stato di incoscienza, quali danni avrebbe potuto creare un medico in quelle condizioni?».

La gestione

«Speravo che si fosse compreso che è tempo di gestire la sanità in modo serio e attento – dichiara ancora Tiramani – e invece mi trovo a dover sentire una storia come questa. Chiedo al direttore generale dell’Asl Angelo Penna, e alla dirigente del Pronto Soccorso Roberta Petrino: è così che pensate di gestire il pronto soccorso del secondo ospedale della provincia? È così che pensate di garantire la salute dei nostri cittadini? Vi rendete conto che si è messa a rischio la vita di persone che cercavano aiuto in ospedale per stare meglio...e che hanno corso il rischio di finire in mani non sicurezze? Ditemi, Penna e Petrino come è possibile che un territorio che ha sostenuto in tutti i modi l’ospedale, donando strumentazioni, mettendo a disposizione alloggi per i medici, offrendo tutto il supporto possibile, sia ripagato in questo modo? È una vergogna ed un intollerabile spregio, di cui dovrete rispondere».

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