Maxi inchiesta su furti di opere d''arte: c'è anche un reperto vercellese
Indagine coordinata dai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna, 5 in carcere, recuperata refurtiva per 3450.000 euro.
Nella foto una delle opere recuperate dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.
Da Bologna si dirama in mezza Italia un'operazione dei Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) – Nucleo di Bologna - tra Bologna, Brescia, Napoli, Casandrino (NA), Castrezzato (BS) e Grana (AT), coadiuvati da quelli dei Nuclei TPC di Napoli, Monza, Torino, Venezia. Un'indagine che ha portato al recupero di un gran mole di dipinti ed altri beni provento di furti e alla custodia cautelare in carcere, di 5 persone emesso dal Gip di Bologna emessa Gianluca PETRAGNANI GELOSI. Gli arrestati sono cinque pregiudicati campani residenti tra le province di Brescia, Napoli e Asti.
Lo spunto delle indagini
Le investigazioni erano cominciate nel mese di settembre 2017, in seguito al furto aggravato denunciato ai Carabinieri dell’arte bolognesi da un locale antiquario, a cui erano state asportate numerose opere d’arte, tra dipinti (oltre 30) e beni di antiquariato, per un valore che superava i 100.000 euro.
Il reperto vercellese
Nella "rete" dei Carabinieri anche un manufatto singolare, ma comunque di notevole valore storico, rubato in provincia di Vercelli: un pozzo in mattoni in stile neogotico, con iscrizioni in lingua latina e inglese, sottratto da una dimora storica nel mese di febbraio 2018.
L'entità dell'operazione
Il valore economico di tutti i beni sequestrati è stato stimato in circa 350.000,00 euro.
Tra i beni sequestrati nel corso dell’attività investigativa figurano beni d’arte ed ecclesiastici, per i quali non è stato possibile determinare la provenienza delittuosa, evidentemente per la mancata denuncia da parte delle persone offese. Figurano dipinti, un tabernacolo, mobili antichi come cassettoni, sedie da salotto, divani, una statua, lampadari e altro ancora.
Indagati e risultati
In conclusione, oltre alle 5 persone arrestate in esecuzione dell’ordinanza del G.I.P. e alle due in flagranza di reato, l’indagine ha consentito di deferire in stato di libertà alle competenti Autorità Giudiziarie altre 12 persone per furti aggravati, ricettazione ed esportazione illecita di beni culturali e soprattutto di recuperare numerosi beni d’arte, tra cui figurano 40 dipinti (su tela, tavola e rame), 14 sculture di vario genere e dimensioni e 53 beni di antiquariato (ebanisteria, beni ecclesiastici ed altri diversi). Tra le persone indagate per furto figurano anche due donne, consorti di due dei principali componenti del gruppo.