La Finanza scopre in due mesi 10 lavoratori in nero o irregolari

Qiattro i titolari di attività che sono ora sotto la lente delle Fiamme Gialle

La Finanza scopre in due mesi 10 lavoratori in nero o irregolari
Pubblicato:

Il lavoro in nero è una piaga tipicamente italiana, ogni qualvolta si fa una serie di controlli, insieme a tante aziende che operano regolarmente, è inevitabile imbattersi in situazioni irregolari, come testimonia l''attività specifica svolta dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale  di Vercelli. n poco meno di due mesi, 7 i lavoratori “in nero” e altri 3 assunti irregolarmente scoperti nell’ambito dei servizi a contrasto del “lavoro in nero”. Una pratica che arreca danni all’intero sistema economico, perché sottrae risorse all’Erario, mina gli interessi dei lavoratori, spesso sfruttati, e compromette la leale e sana competizione tra imprese.

Quattro datori di lavoro sotto la lente

Le violazioni accertate in materia di lavoro e legislazione sociale nei confronti di 4 datori di lavoro sono state segnalate alle articolazioni territoriali degli Istituti di vigilanza e, contestualmente, sono stati avviati i doverosi approfondimenti di natura fiscale.

In un caso, i militari hanno avanzato alla direzione Territoriale del Lavoro la proposta di sospensione dell’attività imprenditoriale per aver utilizzato “in nero” oltre il 10% della forza-lavoro presente sul luogo di lavoro all’atto dell’accesso della pattuglia.

I lavoratori in nero in due ristoranti

Questo è il bilancio dei controlli conclusi nel bimestre dai militari del Gruppo Vercelli e della Tenenza Borgosesia (VC) nel Capoluogo e in Provincia, tutti preceduti da specifici approfondimenti info-investigativi durante i servizi di controllo economico del territorio e di “117” e corroborati dalle risultanze delle molteplici banche dati. Dal punto di vista del contrasto, invece, i 7 lavoratori “in nero” sono stati sorpresi in due esercizi di ristorazione senza che il loro rapporto di dipendenza fosse stato preventivamente denunciato dal datore di lavoro al centro per l’impiego.

Paghe in denaro contanti

Infine le operazioni di polizia economico-finanziaria hanno fatto emergere, all’esito di alcuni controlli, come le retribuzioni delle maestranze fossero parzialmente corrisposte dai datori di lavoro in denaro contante anziché con mezzi tracciabili come previsto dalla vigente normativa.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali