L'abbraccio dei giovani vercellesi a Caselli

Intensa mattinata di legalità e memoria quella di martedì 7 giugno a Vercelli.

L'abbraccio dei giovani vercellesi a Caselli
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Intensa mattinata di legalità e memoria quella di martedì 7 giugno a Vercelli.

E' stato un tripudio di gioventù a Vercelli, martedì 7 giugno, per Giancarlo Caselli l'ex procuratore anti-mafia, presente in città per un convegno e una serie di visite alle scuole cittadine che hanno risposto in massa all'evento finale in Seminario.

La prima visita vercellese di Caselli è stato l’incontro con gli studenti dell’Istituto Agrario ‘Galileo Ferraris’, Caselli si è intrattenuto per un breve incontro con gli studenti e i docenti. In particolare, lo hanno introdotto i saluti di Lella Bassignana, a capo della consulta per l’imprenditoria giovanile della Camera di Commercio e del dirigente scolastico Giovanni Marcianò: poi, ad inaugurare il ‘Giardino dei Giusti’ in piazza della Vittoria, innanzi alla scuola, la piantumazione di un cipresso nero (simbolo dell’accesso all’eternità e dell’immortalità) e un arbusto di rosmarino prostrato (che simboleggia il ricordo) per celebrare la memoria di Bruno Caccia, già procuratore della Repubblica a Torino, dove fu ucciso dalla ‘ndrangheta la sera del 26 giugno 1983. Caselli ne ha puntualmente ripercorso la vita e l’opera in Magistratura, anche con ricordi profondi e personali.

Anche nel corso del convegno "Le Camere di commercio per il contrasto alla concorrenza sleale e la promozione della trasparenza e della legalità nell'economia", moderato dal giornalista Gianfranco Quaglia presso il Seminario (aperto dal presidente della Camera di Commercio di Biella e Vercelli Alessandro Ciccioni e dal prefetto di Vercelli Maria Rosa Trio con diversi interventi tra cui quello di Dellarole e della referente di ‘Libera’ in Piemonte Maria Josè Fava), Giancarlo Caselli si è rivolto ai giovani, rimarcando la pericolosità di una mafia che si infiltra anche nell’ambito agroalimentare, “con la tendenza ad inserirsi in tutti gli ingranaggi della filiera, dal controllo dei terreni agricoli, ai trasporti, alla ristorazione”.

“L’agroalimentare è un settore che può rendere, e può rendere ancor più se si violano le regole” ha rimarcato Caselli. “La mafia lo sa bene e non ha scrupoli di mettere sotto ai suoi piedi la salute dei cittadini e le regole del commercio, usando violenza e intimidazione. La legalità è l’unica strada per puntare a un cibo che non solo sia buono, ma anche giusto e sano: una via che passa dalla tutela dell’interesse reciproco di produttori e consumatori. Il cibo è bene comune, da valorizzare con il principio della sicurezza”.

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