“Io clicco positivo”: il corso di formazione su bullismo e cyberbullismo
«Sono stati fatti passi in avanti nella tutela dei minori».
Il seminario su bullismo e cyberbullismo “Io clicco positivo: la rete tra opportunità e pericoli" è stato introdotto dalla Senatrice Licia Ronzulli, Presidente della Commissione parlamentare bicamerale per l'Infanzia e l'Adolescenza, dall'Avvocato Francesco Soro -Direttore Generale per iservizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali e dall’assessore regionale al Welfare e Chiara Caucino, assessore regionale alle Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale e alle Pari Opportunità . Il corso di formazione sul bullismo e cyberbullismo organizzato dal Nodo Provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli è stato seguito da 140 partecipanti tra avvocati, docenti e genitori. «Il Nodo provinciale contro le discriminazioni della Provincia di Vercelli – dice la Referente del Nodo Lella Bassignana – ultimamente si sta occupando anche di “ cyberbullismo” che molto spesso comporta forme di aggressione, molestie e discriminazioni».
Il corso a tutela dei giovani
Le vittime sono pre-adolescenti o adolescenti che purtroppo spesso cadono in depressione, abbandonano la scuola, mettono in atto pratiche autolesioniste e arrivano al tentato suicidio, dimostrano disturbi del comportamento alimentare in quanto ritengono
inutile cercare aiuto. Siamo l’unico Nodo che sta affrontando la tematica e questo è il 2° incontro: il I° era stato realizzato lo scorso anno ed era rivolto ai Punti informativi dei Nodi regionali e alla rete del Nodo di Vercelli. Da quanto è emerso dalla discussione
credo che insedierò un tavolo ad hoc sul cyberbullismo valutando la possibilità di aprire all’interno del Nodo uno sportello dedicato oltre alla realizzazione della guida pratica per i punti informativi , i docenti e le famiglie.
Ampia partecipazione
Durante la tavola rotonda si sono succeduti gli interventi del Sostituto Procuratore della Repubblica di Vercelli dott. Carlo Introvigne , del Dott. Ivano Zoppi e della Dott.ssa Miriam Friedenthal della Fondazione Carolina e Prof.ssa Anna Rosà Favretto - Ordinario di Sociologia Dipartimento di Psicologia Università degli Studi di Torino. Il dott Introvigne ha trattato le problematiche connesse alla responsabilità giuridica cui possono andare incontro non solo coloro che si rendono responsabili di atti discriminatori, a anche coloro che su questi, ove minorenni o incapaci, esercitino la responsabilità genitoriale o del tutore. Il Dott. Ivano Zoppi e la Dott.ssa Miriam Friedenthal hanno sostenuto che il benessere delle nuove generazioni passa anche dal digitale. Lo confermano le cronache sul disagio giovanile e pre adolescenziale.
Il ruolo della pandemia...
Un malessere certamente legato alla pandemia, ma che si alimenta della noncuranza di educatori e genitori, come pure del relativismo degli addetti ai lavori, prodighi nello smarcarsi dalle responsabilità, ma ancora troppo miopi nel comprendere che la sicurezza in Rete passa necessariamente da un lavoro di squadra e, quindi, dalla condivisione di strumenti, regole e conoscenze. Intanto i ragazzi non hanno punti di riferimento, che trovano spesso solo online. App e social sono le porte sul futuro, moltiplicano idee e relazioni, ma certamente non possono avere il mandato di educare i nostri figli. Neppure in un ipotetico metaverso. La Prof.ssa Anna Rosà Favretto ha trattato la percezione del fenomeno secondo il punto di vista dei ragazzi e delle ragazze e degli adulti che si occupano di loro.
... E della didattica a distanza
“L’uso del digitale tra i minori – ha affermato la senatrice Ronzulli - si è diffuso ancora più velocemente in questi due anni in cui, a causa della didattica a distanza e delle restrizioni dovute alla pandemia, bambini e ragazzi hanno trascorso gran parte delle loro giornate davanti a un pc. E’ una circostanza che ha fatto emergere con enorme chiarezza le insidie che si nascondo in rete e che rendono necessario intervenire subito per garantire la sicurezza dei giovani naviganti. Sono sempre più i ragazzi vittima di abusi perpetrati in rete, sia ad opera di adulti che di loro coetanei. Se nel primo caso parliamo di veri e propri reati sulla cui prevenzione e repressione è puntato costantemente il faro della Polizia postale, nel secondo abbiamo a che fare con fenomeni odiosi e pericolosi come il cyberbullismo e le ormai purtroppo challenge che si divulgano soprattutto attraverso i social network. Ecco perché il web va regolamentato, non può continuare a essere una jungla dove le regole della vita reale non valgono. La verità è che i più piccoli devono essere adeguatamente formati ed educati all’uso del digitale che, al pari dell’educazione civica, deve diventare una materia scolastica”.