Il terrorismo aziendale dell'Ad di Enel
Una lezione all'università Luiss su come si gestisce un'azienda, ispirata a metodi violenti, mette nei guai l'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace.
Una lezione all'università Luiss su come si gestisce un'azienda, ispirata a metodi violenti, mette nei guai l'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace.
Il mondo del lavoro è cambiato al punto tale che un dirigente d'azienda, in una lezione universitaria, può permettersi di dispensare pillole di terrorismo aziendale, ovvero come ridurre al silenzio chi non è abbastanza fedele alla linea del capo di turno. L'episodio è segnalato dallo Sportello dei diritti che ha "pizzicato" l'amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, e ora ne chiede le dimissioni per la gravità di quanto affermato, riguardo ai sistemi per guidare un'azienda moderna alla Luiss. L'episodio è stato segnalato dall'agenzia di Giovanni D'Agata il 25 maggio, ecco il testo delle incredibili dichirazioni del manager.
“Bisogna distruggere fisicamente i centri di potere che si vuole cambiare”. “Creare malessere all’interno di questi”, e poi “Colpire le persone opposte al cambiamento, nella maniera più plateale possibile, sicché da ispirare paura”. Sono solo alcune delle affermazioni fatte da Francesco Starace, amministratore delegato di Enel, agli studenti dell’Università LUISS durante una lezione a Roma di alcuni giorni fa. Questa è in sintesi la sua ricetta, per garantire il cambiamento all’interno di un’azienda, in risposta ad una domanda circostanziata fatta da uno studente: "Ispirando paura", e inducendo il malessere, dando potere a un manipolo di persone fedeli alla visione del capo e poi punendo in maniera esemplare chi si oppone.
Ecco la "ricetta" completa del manager: “Per cambiare un’organizzazione ci vuole un gruppo sufficiente di persone convinte di questo cambiamento, non è necessario sia la maggioranza, basta un manipolo di cambiatori. Poi vanno individuati i gangli di controllo dell’organizzazione che si vuole cambiare e bisogna distruggere fisicamente questi centri di potere. Per farlo, ci vogliono i cambiatori che vanno infilati lì dentro, dando ad essi una visibilità sproporzionata rispetto al loro status aziendale, creando quindi malessere all’interno dell’organizzazione dei gangli che si vuole distruggere. Appena questo malessere diventa sufficientemente manifesto, si colpiscono le persone opposte al cambiamento, e la cosa va fatta nella maniera più plateale e manifesta possibile, sicché da ispirare paura o esempi positivi nel resto dell’organizzazione. Questa cosa va fatta in fretta, con decisione e senza nessuna requie, e dopo pochi mesi l’organizzazione capisce perchè alla gente non piace soffrire. Quando capiscono che la strada è un’altra, tutto sommato si convincono miracolosamente e vanno tutti lì. È facile”.