"Il piccolo crollo al campanile è un bruttissimo segnale"
I primi commenti di chi da anni si batte per un serio intervento di recupero strutturale della basilica vercellese
I primi commenti di chi da anni si batte per un serio intervento di recupero strutturale della basilica vercellese
I vigili urbani hanno fatto rimuovere dal carro attrezzi le vetture parcheggiate sotto il campanile di Sant'Andrea in via Guala Bicheri. L'area è ora transennata, esattamente come un paio d'anni fa, quando ci furono i primi crolli, nei mesi i parcheggi erano tornati liberi. I proprietari non dovrebbero pagare nulla per questo intervento. L'emergenza immediata si è dunque chiusa, ma restano le preoccupazioni di chi da tempo chiede interventi radicali che non sono ancora stati previsti.
“Non tratterebbero così neanche il loro garage”. Questa frase di Marco Reis, esponente de “La Rete” esprime chiaramente il pensiero circa il modo in cui viene gestita la salvaguardia della basilica simbolo della città. “Per attivare un cantiere d'emergenza – sottolinea riferendosi all'intervento sulla facciata – ci hanno messo due anni e per dei lavori che non guariranno le ferite profonde di Sant'Andrea. Si sta compiendo un vero e proprio delitto”. “La Rete” da tempo ricorda alle autorità che dovrebbero attivarsi che nessuna opera realizzata senza un accurato studio della situazione reale del monumento, può dare una svolta a un degrado che pare inarrestabile. «Quello di stamattina è un segnale molto preoccupante – rincara Dario Gaviglio del Centro Studi Vercellae, questo crollo è la spia di un processo che abbiamo segnalato da tempo, la basilica si sta muovendo e i primi a cedere sono volte e campanili è la seconda fase che si registra nei casi di crolli. Prima si indebolisce il tessuto murario e un segnale sono crepe e caduta di polvere, cosa che è accaduta, poi il crollo di parti più rilevanti, la terza fase può limitarsi a caduta di pezzi più grandi ma anche degenerare nel cedimento della struttura”. Insomma bisogna intervenire e subito, secondo Gaviglio, e con un procedimento assai oneroso: “Se fossimo in Germania o Francia – chiosa l'archeologo – a questo punto smonterebbero pezzo per pezzo il campanile, numerando e fotografando ogni mattone fino a dimezzarne l'altezza per ridurre il peso gravitazionale della struttura, poi interverrebbero a consolidare le fondazioni, e qui nessuno sa cosa ci sia sotto perché hanno murato le cripte... e dopo il consolidamento strutturale procederebbero a rimontare la torre campanaria”. Un procedimento che vale per tutto lo storico monumento.