Genitori "in rivolta" a Trino: i loro bimbi a scuola a Ronsecco
Non è stato trovato un accordo per le 27 ore di lezione.
Genitori "in rivolta" a Trino: non è stato trovato l'accordo sull'orario scolastico.
Genitori "in rivolta"
I “genitori delle 27 ore” si sono stancati: gran parte di loro ha deciso di abbandonare l’Istituto Comprensivo di Trino e iscrivere i figli alla Scuola Primaria di Ronsecco. Si tratta di 12 bambini, di cui 9 frequenteranno la classe prima. I genitori hanno affittato un pulmino privato, per tutto l’anno scolastico, che trasporterà i loro figli da Trino a Ronsecco. Oggi, lunedì 9 settembre, il primo viaggio dell’anno. «Per anni - spiegano i genitori - abbiamo cercato di far valere i nostri diritti. Siamo stati messi alla gogna solo per aver scelto un orario diverso da quello che alcune delle maestre della scuola di Trino avrebbero voluto: è chiaro che privilegiano la scelta delle 40 ore. Noi però, abbiamo fatto una scelta legittima, ognuno per il bene del proprio figlio. Per questo, ci hanno etichettato in diversi modi: da rompiscatole a razzisti, perché a loro dire volevamo una classe d’élite».
Le 27 ore
«Lo scorso anno hanno tolto il servizio mensa alle famiglie che hanno scelto le 27 ore e per l’anno scolastico 2019-2020, ci hanno detto che avrebbero proprio tolto l’opportunità delle 27 ore alla settimana. A questo punto non abbiamo avuto altra scelta, che portare i nostri figli in un Istituto più “Comprensivo”. Abbiamo provato in tutti i modi a far cambiare idea a chi di dovere, abbiamo chiesto di incontrare il Provveditore , a cui abbiamo spedito una lettera lo scorso 22 maggio. Purtroppo le conseguenze di questa storia le pagheranno i bambini. La nostra decisione, avrà ripercussioni a lungo termine a carico dell’Istituto Comprensivo trinese: i nostri figli verosimilmente non proseguiranno gli studi nella scuola Media di Trino. In tutta questa storia, vorremmo ringraziare il sindaco Daniele Pane, che ci ha ascoltati, supportati e ha cercato di trovare una soluzione al nostro problema».
Il sindaco
Il sindaco si è detto dispiaciuto dell’accaduto: «Mi dispiace che 9 famiglie si siano sentite costrette a scegliere un altro comprensorio e un altro paese per portare i figli a scuola. Purtroppo queste dinamiche non dipendono direttamente dall’amministrazione comunale, ma bensì dalla scuola stessa, che ha chiesto tra classi prime a tempo pieno, invece di due a tempo pieno e una a tempo parziale, come invece avveniva gli anni precedenti. Ho incontrato più volte i genitori e il provveditore ma purtroppo non è stato possibile fare nulla».