Finanza Vercelli: sequestrati orologi e capi d abbigliamento falsificati
La scoperta nei mercati cittadini
Finanza Vercelli: sequestrati orologi e capi d abbigliamento falsificati
Finanza Vercelli: sequestrati orologi e capi d abbigliamento falsificati
La Guardia di Finanza di Vercelli, proseguendo l’azione di contrasto alla produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti attraverso mirati servizi di controllo economico del territorio con le pattuglie in servizio di “117”, ha sequestrato 33 orologi e 23 capi di abbigliamento producenti segni distintivi falsificati di noti brand della moda e sportivi. Due venditori sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria ipotizzando i reati di contraffazione di marchi e ricettazione.
Ad assestare un altro colpo alla “filiera del falso d’autore” sono state le Fiamme Gialle del Gruppo di Vercelli che, perlustrando le aree mercatali del Capoluogo di Provincia, hanno individuato le bancarelle sulle quali era esposta la merce contraffatta. In particolare, un primo intervento è stato eseguito dai finanzieri nel corso dell’ultimaedizione del rinomato mercatino Barlafus che ogni mese richiama in città numerosissimi collezionisti di antiquariato.
Durante la perlustrazione, i militari hanno rinvenuto gli orologi - alcuni ancora custoditi in eleganti confezioni - che da un esame visivo più attento, sono risultati repliche ben fatte di corrispondenti modelli di Rolex, Omega, Hamilton, Tudor e Cartier. Ad insospettire la Guardia di Finanza circa la non genuinità dei prodotti è stato il prezzo di vendita assolutamente inferiore rispetto al valore di mercato degli orologi originali.
Altro intervento
Un secondo intervento è stato attuato dai militari del Gruppo durante lo svolgimento del mercato settimanale nel centro storico di Vercelli nei confronti di un venditore ambulante che esponeva, tra decine di centinaia di prodotti cosmetici non sicuri e quindi sottoposti al conseguente sequestro amministrativo, anche 23 tra maglie e scarpe con i loghi falsificati di Nike e New Balance che avrebbero fruttato, se vendute al dettaglio, circa 500 euro. In questo caso, i finanzieri, prima di procedere al sequestro penale, hanno dovuto eseguire uno scrupoloso esame visivo dei prodotti che, per la discreta qualità delle rifiniture e del confezionamento, avrebbero potuto facilmente ingannare un acquirente meno attento ai dettagli.