Fiamme in carcere per l'ennesimo gesto di follia
Lo segnala il sindacato autonomo del Sappe, protagonista un detenuto straniero che ha aggredito gli agenti
Il Sappe, sindacato della Polizia Penitenziaria torna ad occuparsi del carcere di Billiemme, denunciando un ennesimo atto di follia da parte di un detenuto.
Nel pomeriggio di lunedì 14 ottobre un carcerato ha prima dato fuoco ad alcune suppellettili della sua cella ed ha poi cercato di aggredire, con una rudimentale arma da taglio, il personale di Polizia Penitenziaria in servizio.
Aggressione al personale e autolesionismo
Lo riferisce Vicente Santilli, segretario per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. “Ieri pomeriggio, il detenuto ha appiccato le fiamme al sacco della spazzatura che teneva in cella. Al tempestivo intervento dei poliziotti, accorsi per spegnere le fiamme e mettere in sicurezza la vita stessa dell’uomo, questi prendeva per il collo un Ispettore, brandendo e roteando minacciosamente la gamba di un tavolino a mo’ di manganello. Due agenti, prontamente intervenuti, hanno bloccato lo straniero che, non contento, cercava di impossessarsi di una rudimentale arma da taglio che teneva celata in una tasca dei pantaloni e si scagliava contro il muro, provocandosi ferite alla testa, evidentemente tentando di apparire vittima e non carnefice di questa folle violenza. Il personale intervento è poi dovuto ricorrere alle cure dei sanitari”. Il sindacalista del Sappe, che esprime solidarietà ai poliziotti coinvolti con l'auspicio che il detenuto in questione vengano immediatamente trasferito fuori Regione (“meglio in un isola”), evidenzia che “ancora una volta ci troviamo costretti a denunciare simili episodi di violenza nonché il valzer di detenuti facinorosi ed autori di comportamenti violenti nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria”.
"Situazione assurda e pericolosa"
“Una situazione tanto pericolosa quanto assurda”, sottolinea Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “La vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario nazionale. Nelle carceri della Nazione e del Piemonte in particolare serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci! La tensione nelle carceri è palpabile ogni istante ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato: è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all'interno di un carcere mentre si è soggetto ad un’opera di risocializzazione. Quando un detenuto aggredisce un poliziotto aggredisce lo Stato: uno scempio unico e senza appelli!”.
Plauso per il DDl sicurezza
Capece esprime “apprezzamento per l'approvazione degli articoli del DDL Sicurezza che, come auspicato e rivendicato da tempo proprio dal SAPPE, inserisce nell'ordinamento l'uso delle Body Cam nei contesti operativi ed anzi auspico l’adozione di tutte quelle misure che tutelino maggiormente gli operatori della Sicurezza, prevedendo l'arresto obbligatorio, in flagranza di reato, per coloro che commettono aggressioni fisiche e violenze nei confronti degli appartenenti alle Forze di Polizia” e rimarca: “il grave evento critico di Vercelli è solamente l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la necessità di un intervento urgente e sistematico per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari”.
Il segretario generale del SAPPE annuncia che “il SAPPE lancia un appello forte e chiaro alle istituzioni chiedendo l'immediato intervento del D.A.P. e del Ministero della Giustizia. Il primo sindacato della Polizia Penitenziaria sottolinea la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l'art. 14 bis dell'Ordinamento Penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa”.