Vercelli

Festa di Sant'Antonio annullata: è la prima volta nella storia

La Confraternita: «Le disposizioni anti Covid ci impongono questa sofferta, ma necessaria, decisione».

Festa di Sant'Antonio annullata: è la prima volta nella storia
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Fra i tanti eventi annullati a causa della pandemia, anche la festa dedicata a Sant'Antonio Abate a Vercelli.

L'evento

Una decisione sofferta ma necessaria: quest'anno la festa di Sant'Antonio a Vercelli non si terrà. «E’ con grande dispiacere che mi trovo costretto ad annunciare che quest’anno non potremo celebrare la tradizionale festa di S. Antonio abate, il prossimo 17 gennaio - annuncia Giulio Pretti, presidente della confraternita - conseguentemente, non ci saranno la distribuzione del pane benedetto e la benedizione dei piccoli animali domestici. Le disposizioni anti Covid ci impongono questa sofferta, ma necessaria, decisione». È la prima volta: «Dagli annali della confraternita non risulta sia mai stata interrotta questa tradizione, neppure in tempo di guerra - osserva - Abbiamo pensato a soluzioni alternative che consentissero almeno la benedizione degli animali, ma non ne abbiamo trovate di praticabili. Speriamo che tutto questo finisca presto».

La storia del santo

Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Successivamente il Papa accordò agli Antoniani il privilegio di allevare maiali per uso proprio e a spese della comunità, per cui i porcellini potevano circolare liberamente fra cortili e strade; nessuno li toccava se portavano una campanella di riconoscimento. Il loro grasso veniva usato per curare l’ergotismo, che venne chiamato “il male di s. Antonio” e poi “fuoco di s. Antonio”. Per questo motivo, nella religiosità popolare, il maiale cominciò ad essere associato al grande eremita egiziano, poi considerato il santo patrono dei maiali e per estensione di tutti gli animali domestici e della stalla.  Sant'Antonio Abate è anche il patrono di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster. Ancora oggi il 17 gennaio, specie nei paesi agricoli e nelle cascine, si usano accendere i cosiddetti “focarazzi” o “ceppi” o “falò di sant’Antonio”, che avevano una funzione purificatrice e fecondatrice, come tutti i fuochi che segnavano il passaggio dall’inverno alla imminente primavera.

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