Evade in permesso, era già accaduto a Vercelli
L'uomo era già evaso dal carcere di Vercelli 25 anni fa, sempre in un permesso premio, è un criminale pericoloso, perché concedergli un nuovo permesso?
L'uomo era già evaso dal carcere di Vercelli 25 anni fa, sempre in un permesso premio, è un criminale pericoloso, perché concedergli un nuovo permesso?
Perché mai dare un permesso premio di diversi giorni a un ergastolano, in prigione per l'omicidio di un tassista di Viverone, avvenuto nel 1991, se proprio quel delitte venne commesso durante un precedente permesso premio? Possibile che il Tribunale di Sorveglianza non abbia memoria di questi trascorsi? E se ci scappa di nuovo il morto di chi è la colpa? Del delinquente o del funzionario che ha avventatamente concesso quel nuovo permesso?
Stiamo parlando di Tommaso Biamonte oggi ultra 60 enne, che stava scontando l'egastolo a Voghera per l'omicidio di un tassista di Viverone, aveva ottenuto un permesso premio ma non è più rientrato. La notizia è uscita ieri su segnalazione del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) unitamente a quella di un'altra evasione sempre in permesso, del collaboratori di giustizia Alessandro Covelli detenuto nello stesso carcere.
Ma a noi interessa la storia di Biamonte, perché ne delinea il profilo criminale e riguarda da vicino Vercelli. Biamonte nel 1991 era in carcere a Billiemme, dopo un periodo di buona condotta aveva ottenuto l'applicazione dell'articolo 21 (quindi poteva uscire dal carcere, recarsi nella onlus che l'aveva accolto, svolgere il suo lavoro e poi tornava in cella alla sera). Dopo alcuni mesi di questo regime, già in vista della "semi-libertà" vera e propria. Essendosi comportato bene, ottenne nel mese di agosto, un lungo permesso premio, che trascorse insieme a un altro detenuto. Al termine della vacanza, invece di tornare in carcere, i due si diedero alla fuga, all'inizio della quale avvenne l'assurdo delitto del tassista. Un atto di pura crudeltà, non essendoci alcun bisogno di farlo.
Ma non è finita qui, Biamonte allora riuscì anche a far perdere le sue tracce. Venne arrestato tempo dopo in Francia. Con documenti falsi diversi e diverse identità, si era dato al traffico internazionale di droga fra Amsterdam e Parigi ed era stato individuato alla frontoera con la Francia. Un tipo pericoloso, capace di tutto. Ora è a piede libero e lo stanno cercando, speriamo non riesca nuovamente a far perdere le sue tracce.
Rimane il nodo del perché dare un permesso a un individuo di questa risma. Donato Capece, segretario generale del Sappe, da noi raggiunto telefonicamente allarga metaforicamente le braccia e dice: "Dovete chiederlo al Tribunale di Sorveglianza... Posso dire che anche la Polizia Penitenziari si sta prodigando per catturarlo". Capece all'Ansa aveva ricordato che sono 14 dall'inizio dell'anno i detenuti evasi dai permessi, non è questo istituto a dover essere tolto (la maggiorparte ritorna regolarmente) ma semmai è l'organico della Polizia Penitenziaria, anche localmente e per le "esecuzioni esterne".