Cronaca

Eusebio Castigliano, un secolo da mito assoluto

Leggenda del Grande Torino, perì con i compagni nella tragedia di Superga 72 anni fa. Era soprannominato «Zampa di velluto».

Eusebio Castigliano, un secolo da mito assoluto
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Oggi è il 9 febbraio. Per gli appassionati di calcio vercellesi è una data scolpita nella roccia: cento anni fa, tra le risaie dei Cappuccini nasceva infatti Eusebio Castigliano, straordinario campione del Grande Torino perito con gli altri compagni nella sciagura di Superga del 4 maggio 1949. Mezzala d’ortigine con piedi da fuoriclasse e fisico asciutto, giocava con le maniche della maglia granata arrotolate sulle braccia anche nelle domeniche più fredde e una volta passato a nuovo ruolo cambiò per sempre il modo di giocare del «mediano» trasformandolo in arma in più nel gioco d’attacco. Con il Grande Torino mise a segno 36 reti in quattro stagioni vincendo
quattro scudetti.
A Vercelli era il «Giöbi» come tanti ragazzi chiamati Eusebio e la città era orgogliosa e
fiera di avergli dato i natali: Castigliano vi tornava nelle giornate di festa e, anche quando era celebre, non mancava mai alle partite con gli amici a Prarolo, in cambio di un bel salame...
A Torino era invece «Zampa di velluto» per la delicatezza nel tocco di palla: le cronache dell’epoca lo ricordano per la straordinaria eleganza e la bravura nel portare il pallone, come se quest’ultimo fosse tenuto da una forza invisibile a pochi metri dai suoi piedi. Quello stesso tocco gentile si trasformava in «legnata» quando arrivava al tiro: potenza e precisione «chirurigica».
Castigliano entrò nel mito anche per un numero che si divertiva a fare davanti agli occhi dei tifosi e alle telecamere (su youtube si può vedere): lanciava in aria una monetina da 20 lire e poi la colpiva con il tacco prima che toccasse terra per farla infine atterrane nel taschino della giacca che teneva aperto con la mano.

Il ricordo di Emanuele Caradonna

Quando morì sulla collina di Superga aveva appena 28 anni, giovane ma già invincibile e per sempre leggenda. A poche ore dal centenario, Vercelli lo ha dedicato in due momenti. Il Gruppo Sportivo Castigliano, fondato nel 1963 in suo onore e proprio ai Cappuccini, per voce del presidente Emanuele Caradonna, lo ricorda con grande affetto:
«Se non fosse perito a Superga quel maledetto 4 maggio 1949 insieme ai suoi compagni di squadra, gli Eroi granata (e granitici) chissà... forse il 9 febbraio avrebbe spento 100 candeline qui, a Vercelli, al rione Cappuccini, dove ebbe i natali.

Per Eusebio Castigliano, classe 1921, dotato di una grinta e fisicità incredibili e di
una forza di volontà fuori dal comune, questa possibilità non sarebbe apparsa affatto
utopica. Ma il Fato ha deciso diversamente. Per lui aveva previsto un percorso di sempiterna memoria, quella che spetta solo agli Eroi, perché - come affermavano gli antichi Greci - gli Dei
amano chi muore giovane. Mediano eccezionale, talento unico, era uno di quei giocatori per il quale ogni tecnico avrebbe fatto carte falso per averlo.
Segnò un numero impressionante di gol, e per la sua tecnica raffinata unita alla forza fisica venne soprannominato “Zampa di velluto”, e così passò alla Storia.
“Il Grande Torino era una squadra troppo meravigliosa per invecchiare" così le dolorose parole Carlo Carlin Bergoglio su 'Tuttosport' il 5 maggio 1949, il giorno dopo la tragedia.
Il GSD Castigliano vuole rendere omaggio attraverso queste poche righe a colui che
portò il nome di Vercelli nel firmamento delle stelle del calcio di tutti i tempi. Questo vuol essere il nostro sincero e sentito ricordo, in attesa di tempi migliori (Covid permettendo) per celebrare degnamente l’Eroe granata con una giornata interamente rivolta a omaggiarne la memoria.

Ci stiamo organizzando per un grande evento che speriamo abbia luogo in tempi brevi. Eusebio Castigliano sarà sempre qui, ai Cappuccini, nel campo a lui intitolato, idealmente accanto a ogni giovane calciatore che veste la maglia della nostra squadra».

Venerdì gli ha reso un bellissimo omaggio anche il club vercellese dei tifosi granata, che porta con immenso orgoglio il suo nome. Lo ha fatto con la solidarietà donando 500 euro alla Caritas Diocesana. Il direttivo Toro Club di Vercelli, a lui dedicato, ha scelto di fare una donazione in denaro alla Caritas di Vercelli. A nome del direttivo presieduto da Mario Francese, nella sede
di via Feliciano di Gattinara, i consiglieri Manuela Cerruti, Renato Greppi e Paolo Sala hanno consegnato l’assegno direttamente al presidente Gianni Brunoro.

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