DROGA: Vercellesi nella mega retata milanese
Sono agli arresti domiciliari, coinvolti come soggetti minori in un giro di spaccio di eroina e cocaina gestito principalmente da marocchini
Sono agli arresti domiciliari, coinvolti come soggetti minori in un giro di spaccio di eroina e cocaina gestito principalmente da marocchini
Due vercellesi, uno residente nel capoluogo e l'altro a Cigliano, sono finiti nell'ordinanza di custodia in carcere e arresti domiciliari emessa dal Gip del Tribunale di Milano per un grosso traffico di droga, gestito ai massimi livelli da cittadini marocchini residenti in Lombardia che nella giornata di lunedì 20 febbraio ha visto l'arresto di 18 pusher, 11 marocchini e 7 italiani. La posizione accusatoria dei due ricade nel capitolo che gli inquirenti etichettano come “I piccoli spacciatori italiani”, persone che non avevano ruoli apicali in un'organizzazione come dicevamo gestita da marocchini.
Il vercellese è N.M. 25 anni, residente in città. Nell'ordinanza, un dossier di ben 338 pagine, sono ricostruite nei dettagli, comprese intercettazioni telefoniche, tutte le fasi dell'inchiesta. Al giovane viene contestato l'acquisto illecito e la detenzione ai fini di spaccio, complessivamente di 100 grammi di cocaina e di 35,5 grammi di eroina; chiesti in più occasioni ai capi della rete di spaccio, documentati tra il gennaio e l'aprile 2016, le consegne avvenivano nelle campagne tra i comuni di Trezzano sul Naviglio, Gaggiano e Cusago, sulla SP 162.
Il ciglianese è C.C., 40 anni, stesse imputazioni, nel complesso delle indagini gli vengono addebitate 194 dosi di cocaina acquistate sempre dallo stesso giro di persone e sempre ricevute nelle stesse località dell'hinterland milanese, per il 40enne c'è anche l'aggravante della recidiva. Anche lui è agli arresti domiciliari.
Le indagini erano iniziate nel dicembre del 2015 a opera dei Carabinieri della stazione di Trezzano sul Naviglio e vale la pena citare l'episodio da cui tutto è partito. Siamo alla vigilia di Natale, alcuni automobilisti della zona segnalano colpi d'arma da fuoco nelle campagne con un gruppo di extracomunitari che inseguiva altri soggetti sparandogli. I Carabinieri arrivati sul posto, però, non trovavano nessuno ma il 26 dicembre un marocchino è andato in caserma a denunciare l'aggressione confermando di essere una delle persone minacciate e costretto a spacciare droga per saldare un debito. Tenuto in ostaggio, ad un certo punto riuscì a sottrarre la pistola a uno dei suoi carcerieri, inseguito dalla banda e preso di mira dalle loro armi, riusciva a salvarsi saltando di corsa su un autotreno in transito all'incrocio tra le SP 114 e SP 162, aggrappandosi alla motrice. Una scena da film. L'uomo metteva quindi i Carabinieri sulle tracce della banda di trafficanti di droga. Tramite il monitoraggio delle utenze telefoniche sono quindi partite le indagini che vengono meticolosamente citate nelle pagine dell'atto giudiziario.