Dimessa dall'ospedale con l'ago cannula nel braccio
E' successo a Borgosesia, a una signora di 94anni.
E' successo a Borgosesia, a una signora di 94anni.
Una incredibile dimenticanza che sfuma nella mala sanità al pronto soccorso dell'ospedale di Borgosesia. Lo ha denunciato una donna di Grignasco che qualche giorno fa, dopo una brutta caduta della nonna 94enne in casa, ha dovuto chiamare il 118 e portarla al pronto soccorso dell'ospedale di Borgosesia. Arriva alle ore 9 del mattino, viene sottoposta a radiografie e si accerta la frattura di un'anca. Intanto si sono fatte le 13 e i sanitari comunicano che servono esami del sangue. La signora 94enne viene dimessa alle 17,30, qundi oltre 8 ore dopo l'arrivo. Ma una volta a casa l'anziana si lamenta di un forte dolore al braccio, la nipote e su madre pensano che l'anziana risenta dell'indolenzimento per il prelievo ematico, ma invece scoprono che nel braccio c'è ancora l'ago-cannula che era stato usato per le flebo durante il rivovero. Per fortuna che la ragazza che assiste l'anziana è anche una volontaria della Croce Rossa, così riesce a togliere in modo appropriato l'ago bal braccio, se no avrebbero dovuto tornare in ospedale. La signora che ha denunciato la cosa non intende fra causa all'ospedale, ma solo che venga resa nota questo increscioso fatto.
L'anziana, accompagnata dalla figlia, arriva all'ospedale di Borgosesia poco prima delle 9 del mattino e viene sottoposta ai raggi. Da lì l'attesa per l'esito, che parlerà della frattura a un'anca. «Attorno alle 13 ci dicono che devono eseguire gli esami del sangue – continua la nipote -. Morale della favola, è stata mandata a casa alle 17.30. Lascio immaginare come potesse sentirsi una donna di 94 anni dopo una giornata del genere». Una volta a casa l'anziana inizia a lamentare un dolore al braccio. La figlia la rassicura dicendo che si tratta degli esami del sangue, che hanno lasciato indolenzito l'arto; ma sua mamma dice di no: il prelievo l'hanno eseguito nel polso, lei sente male a metà braccio. Quando la figlia alza la manica del pigiama si accorge che l'ago cannula usato per la flebo è ancora lì.
«La nostra fortuna – conclude la grignaschese – è che in questo periodo mia nonna viene seguita da una ragazza che è anche volontaria per la Croce rossa e che quindi ha saputo sfilarlo, cosa che né io né mia madre saremmo state in grado di fare. Se non ci fosse stata lei saremmo dovute tornare al pronto soccorso, rendendo ancora più pesante una giornata che per mia nonna è già stata molto difficoltosa».