Cronaca

Denunciato il ragazzino che ha ucciso un riccio

Il video postato sui social e le immagini delle telecamere di sorveglianza hanno permesso di identificare il ragazzo che ha preso a calci un riccio fino a ucciderlo.

Denunciato il ragazzino che ha ucciso un riccio
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La LNDC (Lega Nazionale Difesa del Cane) si unisce alla denuncia. Rosati: "Tanta violenza a quell’età è un campanello d’allarme pericolosissimo, mi chiedo che tipo di educazione e valori abbia ricevuto dalla famiglia. Con la nostra petizione chiediamo percorsi formativi nelle scuole sul rispetto degli animali.
Ancora violenza nei confronti degli animali, ancora una volta diffusa tramite i social network. Un ragazzino di 14 anni è stato filmato dai suoi amici mentre prendeva a calci un povero riccio fino a ucciderlo e il video è stato poi pubblicato su Facebook e Instagram per vantarsi della “bravata”. Le riprese però, insieme a quelle delle telecamere di sorveglianza presenti in zona, hanno permesso ai Carabinieri di identificare il giovane che è stato denunciato per uccisione di animali ai sensi dell’art. 544-bis del Codice Penale.

Comportamenti come questo, in giovane età, sono propedeutici a una escalation di violenza

“La crudeltà sugli animali è sempre una cosa terribile, ma quando avviene ad opera di ragazzi così giovani è davvero un campanello di allarme pericolosissimo”, afferma Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Numerosissimi studi internazionali dimostrano che questo genere di comportamenti in giovane età sono propedeutici a una escalation di violenza che, in seguito, andrà a colpire anche le persone oltre che gli animali. Il nostro ufficio legale è al lavoro per unirsi alla denuncia già sporta contro il ragazzo.”
“Notizie come questa, che non sono purtroppo un caso isolato, mi lasciano un profondo senso di amarezza. Vorrei parlare con i genitori di questi ragazzi per chiedere loro che tipo di educazione pensano di aver dato ai loro figli. Come è possibile che un ragazzino di 14 anni trovi divertente uccidere a calci un essere vivente indifeso? Quali valori gli sono stati trasmessi dalla famiglia, visto che il rispetto per la vita non è chiaramente tra questi?”, continua Rosati.
“Da sempre chiediamo pene più severe per i reati contro gli animali ma è ovvio che questo non basta. Serve un cambiamento culturale nella direzione del rispetto per tutti gli esseri viventi, a partire dalle nuove generazioni. La nostra petizione, infatti, chiede tra le altre cose l’introduzione in tutte le scuole di percorsi formativi sul rispetto e la difesa degli animali, in modo da sensibilizzare i più giovani affinché riportino in famiglia quanto hanno imparato, visto che troppo spesso questi argomenti non vengono trattati nelle case in maniera adeguata”, conclude Rosati.

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