Decreto "Sostegni", Ascom: "Risposta insufficiente, ci vuole altro e in fretta"
Il 19 marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legge noto come Decreto Sostegni a sostegno delle imprese e degli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali in questo periodo di emergenza sanitaria. Stanziati di circa 32 miliardi di euro per contrastare l’impatto economico e sociale dovuto alle misure preventive in atto. L'obiettivo è quello di dare sicurezza a tutti i soggetti suddivisi in cinque principali settori: sostegno alle imprese e agli operatori del terzo settore; lavoro e contrasto alla povertà; salute e sicurezza; sostegno agli enti territoriali; ulteriori interventi settoriali.
Dall'Ascom Vercelli
Il Presidente Bisceglia: “Abbiamo atteso tre mesi il provvedimento, per poi vederci servire un
“brodino”. Lo diciamo da tempo: se non vogliamo che vengano cancellati interi comparti bisogna
fare molto di più. Anche il Presidente del Consiglio l’ha riconosciuto. Ma il tempo per intervenire
per tantissime imprese è praticamente finito, quindi non vogliamo annunci ma fatti concreti.”
Jose Saggia (Fipe-Ascom): “Per i pubblici esercizi le poche risorse che arriveranno serviranno per
pagare gli acconti delle tasse prorogati al 30 aprile. Mi chiedo: come possiamo pensare di
sostenere il settore in questo modo? Il comparto dei pubblici esercizi necessità risorse per poter
ripartire, per gli approvvigionamenti e per mantenere la forza lavoro. Diversamente dovremo
ritenere di essere stati abbandonati dai nostri Governanti.”
Ascom Confcommercio della provincia di Vercelli riprende con forza quanto espresso da
Confcommercio a livello nazionale in una nota: “Occorre rafforzare decisamente - entro ed oltre il
perimetro del decreto “Sostegni” - le risorse dedicate ai ristori che verranno riconosciuti ad imprese
e partite IVA a fronte delle perdite di fatturato medio mensile registrate nel 2020 rispetto al 2019.
Il provvedimento assunt dal Consiglio dei Ministri stanzia infatti per tali interventi circa 11
miliardi sui 32 complessivi mobilitati dal decreto. Ma la platea degli interessati è nell’ordine dei 3
milioni di soggetti (tenendo conto dei filtri di accesso agli indennizzi costituiti da un ammontare
medio mensile del fatturato e dei corrispettivi inferiore nel 2020 di almeno il 30 per cento rispetto
al 2019, e dal tetto di 10 milioni di euro per i ricavi o compensi) e le imprese si trovano a
fronteggiare l’impatto di una picchiata della spesa per consumi, nel 2020, prossima ai 130 miliardi
di euro. Servono, dunque, ristori più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di
parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi.
Stesse considerazioni per le misure dedicate a turismo, montagna e cultura.
Restano poi urgentissimi gli interventi in materia di moratorie creditizie e di sostegno della
liquidità delle imprese.
Bene le proroghe della Cassa COVID (ferma restando la necessità di assicurare la copertura anche
per tutti i periodi antecedenti al 1 aprile) e delle deroghe per i contratti a termine sino alla fine
dell’anno, nonché l’ulteriore finanziamento del fondo per il parziale esonero contributivo di
lavoratori autonomi e professionisti istituito in Legge di Bilancio.
Cartelle esattoriali: cancellazione di quelle dal 2000 al 2010 fino a 5000 euro per i soggetti con
reddito 2019 fino a 30000 euro. Si resta – conclude Confcommercio - in attesa della riforma della
riscossione”.
Conclude Bisceglia: “Lamentarsi non fa parte del modo di essere delle nostre imprese: parliamo
di persone, famiglie e collaboratori votati al “fare”. Ma l’impossibilità di lavorare ha portato a
situazioni per tanti settori veramente drammatiche: per evitare che in molti a breve “gettino la
spugna” abbiamo bisogno di un sostegno forte ed immediato dallo Stato, oltre che di una
prospettiva per la ripresa”.