Basta morti bianche

Corteo di Vercelli: "Più sicurezza e dignità per i lavoratori"

Sia il segretario naziopnale della Cgil che i lavoratori che hanno parlato chiedono più sicurezza e stop ai subappalti.

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Kevin Laganà 22 anni di Vercelli, Michael Zanera, 34 anni di Vercelli, Giuseppe Sorvillo, 43 anni di Brandizzo, Giuseppe Saverio Lombardo 53 anni di Vercelli, Giuseppe Aversa, 49 anni di Borgo d'Ale. Sono i nomi delle cinque vittime dell'incidente ferroviario avvenuto a Brandizzo, i cui nomi sono stati ricordati al termine del corteo dei sindacati svoltosi oggi in città con la presenza dei vertici provinciali, regionali e anche nazionali di Cgil, Cisl e Uil e in particolare con la presenza di Maurizio Landini, segretario nazionale della Cgil.

Un corteo immenso e ordinato

Il corteo è partito alle 10,30 dalla testa di viale Garibaldi, lato stazione. Un lungo serpentone con bandiere e striscioni, a cui si sono aggiunte tante delegazioni sindacali ancora poro prima della partenza. La marcia è avvenuta in modo ordinato e regolare, scortata da un efficiente dispositivo della Polizia di Stato. Il corteo ha svoltato in corso Libertà per poi arrivare fino all'altezza di via Cagna, dove i manifestanti hanno svoltato per la Prefettura.

Alla fine hanno parlato tre lavoratori, si è preferito dare loro la voce piuttosto che a discorsi istituzionali. Da queste voci è paritito un appello a cambiare le cose, perché chi esce per andare a lavorare possa tornare a casa, per una migliore dignità del lavoro "meno bramosia di denaro, meno fretta" è stato sottolineato negli interventi.

Presenti anche alcuni colleghi delle vittime della Sigifer di Borgo Vercelli e i familiari. Quattro delle cinque vittime sono del Vercellese, tre di Vercelli. Il sindaco di Vercelli Andrea Corsaro, che ricordiamo ha decretato il lutto cittadino, e l'arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo.

Le parole di Maurizio Landini

Nel corso della manifestazione, durante il corteo, Landini ha brevemente parlato con i tanti giornalisti e troupe televisive presenti, sottolineando fra l'altro: “Più sicurezza vuol dire cancellare i subappalti, vuol dire investire davvero sulla salute e la sicurezza, e questo vuol dire la formazione per le imprese, la formazione per i lavoratori, vuol dire, su tutte le attività di manutenzione, mettere al centro non i denari, ma la sicurezza delle persone, questo. Questo credo voglia dire rivedere il modello con cui finora si è fatto questo lavoro. Questo dal nostro punto di vista riguarda sicuramente i trasporti ma non solo, noi siamo un paese che ha bisogno di manutenzioni, tutte le opere infrastrutturali hanno 50, 60 anni, quindi è chiaro che questo dev'essere un elemento che produce un reale cambiamento compreso il cambiamento delle norme sulla precarietà”.

La testimonianza di un ex ferroviere

"Ai miei tempi le Ferrovie avevano più di 200.000 addetti ora sono circa 60.000. Negli anni hanno ridotto tutto, un esempio è la sparizione delle biglietterie nelle stazioni minori. Poi affidano i lavori in esterno, ma così facendo la sicurezza ne ha risentito. Il dramma di Brandizzo non è il primo incidente del lavoro sui binari. sono meno sicuri. Spesso non vengono rispettate le normative, quando si fanno delle manutenzioni, e succede tutti i giorni, il traffico va fermato"

L'augurio che sia un punto di svolta

In occasione di ogni morte sul lavoro si ripetono i "ritornelli" di rito. Questa volta si è percepito che la misura è colma, che il disasto di Brandizzo potrebbe essere un punto di svolta. Intanto resta il dolore per cinque vite spettate e vale lo slogan di apertura del corteo "non abbiamo più parole".

 

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