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Coronavirus: in Piemonte l'epidemia rallenta - lo studio

Le tabelle compilate dagli epidemiologi cominciano a mostrare miglioramenti.

Coronavirus: in Piemonte l'epidemia rallenta - lo studio
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Nell'immagine di copertina la proiezione dell'andamento dei ricoveri e dei decessi.

Lo studio epidemiologico

Al termine della conferenza stampa dell'Unità di Crisi Regionale l'assessore alla Sanità Icardi ha mostrato le slides dello studio epidemiologico elaborato da a cura del Gruppo di Lavoro scenari previsionali
C. Di Pietrantonj (SeREMI ASL AL); M.Serale (ASL CN1); C. Pasqualini (resp. f.f SeREMI).

L’andamento dell’epidemia in Piemonte viene stimata sulla base dei dati forniti dalla protezione civile dal 28/02/2020 al 22/03/2020 (in realtà c'è anche un dato parziale della mattinata del 23)

Al momento i dati indicativi sia dell’andamento dell’epidemia sia del livello di pressione sul Sistema Sanitario Regionale sono rappresentati dal:
● numero dei Ricoverati in UTI (Terapia Intensiva)
● Decessi
● Casi Gravi (Ricoverati in UTI + Casi Gravi)

L'analisi dei dati

L'andamento dei positivi in se e per sé non è del tutto attendibile perché risente dei tempi per i tamponi.

Ci sono diversi grafici (SCARICABILI QUI).

In un quadro ancora grave ci sono però segnali positivi, nelle proiezioni si comincia a vedere una curva che avrà un suo picco e una sua ricaduta, mentre fino a qualche giorno fa ricalcava la curva esponenziale (che tende all'infinito). Fra i segnali incoraggianti Icardi ha segnalato:

Il cumulo dei casi (incrementi sul giorno prima) denota una diminuzione nel tempo che fa ben sperare.

Le curve migliorano

La curva della proiezione dei decessi si sta discostando dall'andamento esponenziale, riducendosi a curva "logistica", mentre la curva esponenziale tende all'infinito la seconda curva ha un culmine e una discesa successiva.

Anche la proiezione dei ricoveri sta abbassandosi, ma qui va detto che se si ricoverano meno persone rispetto a quelle che si dovrebbero ricoverare il dato potrebbe essere influenzato.

C'è anche da considerare che il tasso di raddoppio all'inizio era di 2,2 giorni ora si allunga sui 5 giorni.

I dati degli ultimi 4 giorni danno dunque segnali incoraggianti, anche se è ancora presto per avere delle certezze.

Proiezione dei ricoveri.

Nel vercellese più decessi dai 60 ai 79 anni

Di interesse le tabelle dei contagi e dei decessi per provincia.

Partiamo dai contagi: nessun caso nei range da 0 a 9 anni e in quello da 10 a 19.

La prima fascia d'età interessata è quella dai 20 ai 39 anni con 18 casi pari al 6,7%; nella fascia 40-59 anni si sale a 70,  pari al 26,6%; tra 60 e 79 anni diventano 122, il range più colpito pari al 46,4%; mentre i malati dagli 80 anni in su sono 53 (20,2%). Vercelli come percentuale di casi sul totale regionale ha il 5,4%.

Per i decessi i range considerati sono leggermente diversi

Dai 40 ai 59 anni un solo decesso (5,3%); dai 60 ai 79 anni: 10 decessi (55,6%); 80 e più anni: 7 decessi (38,9%). Percentuale totale sulla Regione, 5,7%.

L'incidenza x numero di abitanti

Alessandria: 0,021 % della popolazione - Biella: 0.018 - Novara: 0,011 - VCO: 0,011 - Vercelli: 0,010 - Asti: 0,005 - Cuneo: 0,003 - Torino: 0,003

L'incidenza più alta è registrata nella provincia di Alessandria, la più bassa a Cuneo e Torino, Vercelli è al quartultimo posto, rilevante l'incidenza di Biella che per soli 3 centesimi di percento è più bassa di Alessandria.

Nota generale: è evidente che se molti decessi "sospetti" non vengono verificati come positività al Covid-19 e, idem, se moltissime positività non si accertano usando il principio di mettere in quarantena chi ha sintomi senza testarlo, e senza ricovero in ospedale, questi numeri possono venire inficiati.

Il ritorno in conferenza stampa di Cirio

La conferenza stampa dell'Unità di Crisi Regionale è stata aperta dal presidente Alberto Cirio che è stato dichiarato guarito ed è subito tornato operativo. Cirio ha sottolineato il fatto che la nostra regione è la prima ad aver avviato la produzione di mascherine e altri dpi, dei disinfettanti e dei ventilatori polmonari. Ha poi ricordato le nuove restrizioni approvate dal Piemonte sabato scorso con un'apposita ordinanza e non in polemica col governo: con la chiusura di tutto ciò che dipende dalla Regione, il divieto di raggiungere seconde case, il fermo dei cantieri, la misurazione della febbre nei supermercati, la spesa con una sola persona per nucleo familiare, l'assembramento di più di 2 persone negli spazi pubblici. Sottolineando: "Il Piemonte ha sposato la linea del rigore sin dai primi giorni della crisi".

Lo stop delle attività produttive

Poi ha parlato di come attuare il decreto governativo per la chiusura delle attività produttive. Il problema è stabilire esattamente chi deve chiudere e chi no perché il decreto si basa su codici Ateco ma permette delle deroghe. Una decisione che spetta ai prefetti e non alla Regione Piemonte, il rischio per Cirio è che le varie eccezioni depotenzino l'efficacia su questo si stanno facendo valutazioni. Ribadendo la chiusura più rigida possibile su tutto ciò che si può fermare.

Sono in corso anche valutazioni su discordanze fra normative regionali e decreto nazionale. Su come gestire la chiusura degli uffici pubblici di comuni e province, mentre si è richiesto un parere del Ministero degli Interni riguardo gli ordini professionali. pee la Regione devono rimanere aperti solo gli studi che svolgono funzioni indispensabili, come l'avvio della cassa integrazione in deroga, mentre il decreto governativo li lascia aperti. Per Cirio è l'ordinanza regionale più restrittiva che deve avere la precedenza. Al momento non è chiaro questo punto.

Il report dell'assessore Caucino

L'assessore al welfare Cuacino ha dato conto della distribuzione di 30.000 mascherine in 700 strutture per anziani. Altre 12.000 verranno distribuite in altri ambiti, 5.000 nelle strutture per disabili e minori, 5,000 per la domiciliarità  e 2.000 per altri servizi. Con l'assessore Carosso è poi partito un ordine di 10.000 mascherine distribuite con l'alleanza delle cooperative del Piemonte. Il prospetto dei bisogni, ha detto Caucino, ha evidenziato la necessità di 300.000 mascherine a settimana per il comparto socio-assistenziale.

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