Condanna capitale di Djalali Farnesina interviene

Il Movimento Cinque Stelle ha reso nota la risposta della Farnesina.

Condanna capitale di Djalali Farnesina interviene
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Condanna capitale del ricercatore iraniano Ahmadreza Djalali  la diplomazia cerca di salvarlo.

Condanna capitale Djalali gli sviluppi

In seguito a un'interrogazione parlamentare del Movimento a 5 Stelle,  in particolare dal parlamentare Emanuele Scagliusi, si sono venute a sapere dalla Farnesina le mosse che l'Italia sta facendo per salvare dal boia Ahmadreza Djalali (nella foto con la moglie e il figlio a Novare). Un cittadino iraniano, residente in Svezia, che in passato collaborò con l’Università del Piemonte orientale apprezzato sia a Novara e Vercelli.

La risposta della Farnesina

Il professore come noto è stato condannato a morte in Iran per attività sovversiva e spionaggio.
Si apprende dalla nota inviata dal Movimento: "che il ministero degli Esteri ha sollevato più volte il caso, sia a livello diplomatico con l’ambasciatore, sia a livello politico, continuando a sensibilizzare il governo di Teheran.
Come si legge nella risposta, la Farnesina ha affrontato la questione la prima volta con l’ambasciatore iraniano il 7 febbraio del 2017.

Questione ribadita anche dal ministro Valeria Fedeli durante la sua missione in Iran in aprile. Poi a maggio dal ministro degli Esteri Angelino Alfano, in visita a Teheran".
A questo si aggiungono gli interventi portati avanti dall’Unione europea, in particolare dalla Svezia.
Il 24 ottobre il procuratore generale di Teheran ha dichiarato che Djalali è stato condannato a morte per spionaggio a favore di Israele e contrasto alla volontà di Dio. Sentenza di primo grado su cui potrà fare ricorso.

Quattro giorni dopo l’ambasciata italiana si è associata al passo effettuato dall’ambasciatore della Bulgaria presso il dipartimento dei diritti umani del ministero degli Esteri iraniano.
"Stando a numerosi organi di stampa e alle parole dei medici che hanno lavorato con lui - spiega il deputato del Movimento 5 stelle Davide Crippa - l’unica colpa accertata di Djalali è quella di aver collaborato con ricercatori italiani, israeliani, svedesi, americani e del Medio Oriente.

E questo solo per migliorare le capacità operative degli ospedali di quei paesi che soffrono la povertà. Presto, assicurano dalla Farnesina, si organizzerà un incontro tra l’ambasciata ed il consiglio supremo dei Diritti umani. La speranza è che si giunga al più presto ad una soluzione".

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