Amnesty mobilitata per salvare dal boia Ahmadreza Djalali

L'uomo è conosciuto e stimato per la sua collaborazione accademica con l'Università del Piemonte Orientale

Amnesty mobilitata per salvare dal boia Ahmadreza Djalali
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L'uomo è conosciuto e stimato per la sua collaborazione accademica con l'Università del Piemonte Orientale

Amnesty mobilitata a Vercelli e Novara contro la condanna a morte del ricercatore.

Come si temeva fin dall'arresto, nell'aprile 2016 Ahmadreza Djalali, ricercatore nel campo della medicina dell'emergenza, nato in Iran e residente in Svezia, ma che è ben conosciuto anche a Vercelli e Novara in ambito universitario, è stato condannato a morte dalla gustizia iraniana.

Amnesty International riporta quanto appreso da Zeynab Taheri, del team legale di Djalali, ha riferito ad Amnesty International che il suo cliente è stato condannato a morte per il reato di "corruzione sulla Terra", oltre che a una multa equivalente a 200.000 euro. La sentenza, mostrata a uno dei suoi avvocati, sostiene che Djalali lavorava per conto del governo israeliano, che lo aveva aiutato a ottenere il permesso di soggiorno in Svezia.

Il processo, sottolinea Amnesty, si è svolto in spregio alle più elementari norme giuridiche. Non sono state presentate prove a carico ma sono state estorte ammissioni sotto tortura. Il ricercatore è stato divesi mesi in isolamento, sottoposto a ogni tipo di sevizie e non ha potuto ricevere visite neanche dai suoi legali.

Il gruppo vercellese di Amnesty International si è subito attivato lanciando una campagna fra i tanti colleghi e amici che il ricercatore ha sia a Vercelli che a Novara in ambito accademico.

"Per noi di Vercelli e per i nostri colleghi di Novara - si legge in una nota dell'associazione -  Ahmadreza Djalali è diventato in questi mesi, a partire dalla notizia del suo arresto, un volto amico, quasi un cittadino onorario di Vercelli e Novara. Scherzavamo alcuni mesi fa su una sua foto di famiglia che lo ritrae a Novara in Via Fratelli Rosselli (a destra si entra al Broletto e a sinistra c’è il Duomo) dicendo “guarda che espressione da novarese a passeggio la domenica pomeriggio”. Ora che rischia la pena di morte vogliamo essergli vicino e ci batteremo fino in fondo per la sua salvezza e per la sua liberazione".

Ecco alcune fotomessaggi della campagna.

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