Le Linee Guida

Centri Estivi: ecco come si deve procedere

Particolarmente gravoso l'incremento di personale necessario.

Centri Estivi: ecco come si deve procedere
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Da giorni in diversi comuni hanno cominciato a sondare le famiglie sulle loro intenzioni riguardo un eventuale ritorno dei centri estivi. Ora la Regione Piemonte ha approvato il regolamento a cui ci si dovrà attenere. Si tratta di disposizioni stringenti che riducono la capienza e aumentano il personale necessario per lo svolgimento. SCARICA LE LINEE GUIDA DELLA REGIONE

La Giunta regionale ha approvato nel corso della seduta odierna, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali e alla Famiglia Chiara Caucino, la delibera sulla nuova disciplina per la programmazione e la gestione in sicurezza delle attività dei centri estivi.

Per utenti da 3 a 17 anni

Destinatari del servizio sono i bambini e i ragazzi fra i 3 e i 17 anni. Per la collocazione nel gruppo, farà fede l’età alla data dell’avvio delle attività. Per la fascia 0-3 anni, invece, ad oggi tutte le attività educative sono sospese per effetto del Dpcm del 16 maggio scorso.

“È nostro intendimento - puntualizza Caucino - consentire lo svolgimento delle attività in ogni struttura, immobile o area che disponga dei requisiti di agibilità ai sensi del Dpr n.380/2001, la cui sussistenza dovrà essere dichiarata nella Scia secondo un modello che sarà predisposto dagli uffici regionali. La capacità ricettiva, in linea generale, non potrà superare i 100 posti. Ove la struttura consenta la gestione di numeri maggiori, sarà possibile realizzare più moduli da 100. Cosa molto importante è che deve essere sempre possibile identificare una ‘zona filtro’ per operatori e utenti, per il triage e le operazioni di vestizione e svestizione”.

Ci vuole un coordinatore

“Per quanto attiene al personale - prosegue l’assessore - si dovrà prevedere un coordinatore di età non inferiore a 18 anni con esperienza triennale documentata, operatori maggiorenni e personale ausiliario adeguato alle esigenze; in via complementare, potranno essere coinvolti in affiancamento volontari, anche del Servizio civile, e adolescenti di 16-17 anni opportunamente formati”.

Il rapporto fra personale educativo e minori dovrà essere 1:6 per i bambini in età di scuola dell’infanzia, 1:8 per quelli in età 6-11 anni, 1:10 in età 12-17 anni. L’inserimento di minori disabili dovrà essere valutato con i servizi sociali che li seguono; in tal caso, dovrà essere previsto un ulteriore operatore per ogni minore accolto. “Gli operatori professionali o volontari dovranno essere formati - specifica Caucino - sulla prevenzione del Covid-19, sull’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale e sulle misure di igiene e sanificazione. Stiamo valutando con la Sanità la possibilità di uniformare la formazione degli operatori”.

Il pre-triage quotidiano

L’accesso alla struttura dovrà essere preceduto da una scheda di pre-triage quotidiana, che raccoglierà le informazioni sullo stato di salute in modo diretto tramite la rilevazione della temperatura e in modo indiretto sulla base delle informazioni riferite tramite questionario. Gli ingressi e le uscite dovranno essere scaglionati almeno di 5-10 minuti e gli orari dovranno essere ampi; in ogni caso, sarà accolto un solo minore alla volta.

I pasti verranno consegnati dal personale in servizio. Dovrà essere sempre garantita la distanza di sicurezza tra i minori e, ove non fosse possibile, l’accesso alla mensa dovrà essere consentito in modo separato per gruppi e organizzato per turni. È possibile la consumazione del pasto all’aperto, qualora gli spazi lo permettano, garantendo la distanza interpersonale di sicurezza e rispettando la divisione dei gruppi. Al termine del pasto si dovrà provvedere alla raccolta degli avanzi, di piatti, bicchieri, posate e gettarli negli appositi contenitori e provvedere alla disinfezione dei tavoli e dei piani di appoggio utilizzati.

No mascherina dai 3 ai 6 anni

Aspetto rilevante del protocollo sanitario è il fatto che dai 3 ai 6 anni non sia consigliabile l’uso delle mascherine; dopo i 6 anni è opportuno utilizzarle, anche nella versione di comunità, ad eccezione dei momenti di attività ludico-motoria, durante i quali va comunque sempre assicurato e mantenuto il distanziamento; quest’ultima indicazione è da ritenersi valida nelle more di uno studio di approfondimento scientifico, attualmente in corso.

Infine, si individua una stretta collaborazione con i Centri per le famiglie piemontesi, da ritenersi “partner privilegiati all’interno delle reti di progettazione che localmente saranno attivate dai Comuni, per la realizzazione di azioni ed interventi” e si considera la possibile costituzione di tavoli/gruppi di progettazione, coordinamento e monitoraggio delle azioni e degli interventi previsti nelle linee guida a cura dei Comuni, con il coinvolgimento degli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali, degli organismi del Terzo settore e degli enti di culto, oppure la creazione di tavoli a valenza sovra-zonale. Eventuali protocolli di sicurezza con le Asl competenti potranno essere definiti localmente.

La governance sarà attuata tramite monitoraggio effettuato da un comitato di valutazione formato da funzionari regionali, dalle Autonomie Locali e dagli Enti Gestori.

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