Visita del Sappe

Carcere Vercelli: autolesionismo e ben 44 colluttazioni

Il sindacato degli agenti penitenziari chiede più organico e tecnologie.

Carcere Vercelli: autolesionismo e ben 44 colluttazioni
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Una delegazione del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, Sappe, è stata in visita ai carceri di Ivrea e Vercelli, due degli istituti di pena più problematici della regione.

Gli agenti si trovano in grave situazione di disagio

“Sono stato e torno volentieri in Piemonte per verificare le condizioni di lavoro dei poliziotti - spiega Donato Capece segretario nazionale del Sappe - Da tempo, gli appartenenti al Corpo si trovano in una notevole situazione di disagio a causa della carenza di organico in tutti i settori, della mancanza di vestiario, delle difficoltà di assicurare una costante manutenzione delle strutture: la Polizia Penitenziaria tiene duro, nonostante le mille difficoltà. Ed è grave che latitano gli interventi per porre rimedio a tutte le criticità del Piemonte penitenziario che il Sappe denuncia da mesi. Avremmo anche bisogno di maggiore collaborazione di alcuni direttori nelle relazioni sindacali e nel rispetto degli accordi sottoscritti, soprattutto nei penitenziari di maggiore importanza. Ma è assurdo che una Regione grande come quella del Piemonte non abbia, in ogni istituto, un direttore titolare in ogni carcere ed un funzionario di Polizia Penitenziaria a comando dei Reparti di Polizia”.

I numeri del carcere di Billiemme

A Vercelli, dati del 31 agosto, erano 274 i carcerati (132 gli stranieri) rispetto ad una capienza di poco superiore a 200 posti. Sono 165 i poliziotti presenti alla casa circondariale di Vercelli, dove però dovrebbero essere 199.

Nei primi sei mesi del 2022 ci sono stati nella struttura di Billiemme 25 casi di autolesionismo. Molte sono state le colluttazioni a Vercelli (44), dove si è contato anche un ferimento.

"Le carceri sono un colabrodo"

“Ogni giorno nelle carceri piemontesi succede qualcosa ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre - conclude Capece - il Sappe denuncia da tempo che le carceri sono diventate un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Sono decenni che chiediamo l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene. Ma serve anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose. I decreti svuota-carceri, che più di qualcuno continua ad invocare ad ogni piè sospinto, da soli non servono: serve una riforma strutturale dell’esecuzione, serve il taser per potersi difendere dai detenuti violenti e la dotazione di body-cam”.

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