Arresti per truffe telefoniche da 400.000 euro: coinvolto il Vercellese
Fra le vittime anche anziani della nostra provincia.
Da primanovara.it apprendiamo di una vasta operazione della Polizia novarese che ha comportato anche operazioni nella nostra provincia. Inoltre è importante che qualche vercellese che ravvisasse di essere stato truffato da questa banda si faccia vivo con la Polizia, anche in vista di un ipotetico recupero di quanto perduto.
Ventidue persone coinvolte
La Polizia di Stato di Novara, nelle prime ore della mattinata odierna, giovedì 28 gennaio 2021 dopo articolate indagini, ha dato esecuzione a nove misure cautelari e a tredici decreti di perquisizione personale e locale, nonché attuato numerosi sequestri a Novara ed in provincia.
L’operazione
La complessa operazione, denominata “Cara Nonna” – “Droga Babciu” in lingua polacca – condotta dalla Squadra Mobile di Novara e coordinata dalla Procura della Repubblica di Novara, ha permesso di individuare un’associazione a delinquere, a carattere transnazionale, dedita alla commissione truffe aggravate in danno di persone anziane.
Le indagini
E' stato smantellato un sodalizio criminale che, da tempo, perpetrava numerose truffe ai danni di persone, di età compresa tra i 60 e i 95 anni. La base logistica della banda era in Polonia, con una “centrale operativa” ubicata a Novara.
Le parti offese venivano contattate telefonicamente da soggetti che si fingevano loro prossimi parenti, finti figli o nipoti che, con la scusa di aver causato un grave incidente stradale o di essere in imminente pericolo di vita dopo aver contratto il virus “COVID-19”, convincevano il malcapitato di turno ad aiutarli e, dunque, a raccogliere tutto il denaro e gli oggetti preziosi presenti in casa: solo in questo modo, infatti, avrebbero così evitato al loro caro di essere tratto in arresto da fantomatiche Forze di Polizia o avrebbero potuto pagargli le cure e salvargli la vita.
Un classico della truffa che, nonostante le continue raccomandazioni, colpisce sempre tanti anziani.
Successivamente all’opera di convincimento da parte del “telefonista”, veniva inviato presso l’abitazione di quest’ultima un complice del gruppo criminale, uomo o donna che, spacciandosi per il “segretario di un notaio” ritirava il ricco bottino costituito da denaro o da oggetti in oro.
Bloccavano i telefoni
I truffatori, particolarmente scaltri, contattavano le vittime sul telefono fisso dell’abitazione e non interrompevano la loro prima comunicazione tenendo, di fatto, la linea occupata anche per delle ore. In questo modo, qualora le ignare vittime avessero provato, utilizzando la medesima utenza fissa invece di un cellulare, a contattare le forze dell’ordine o comunque a comporre altri numeri per chiedere aiuto.
L’attività investigativa ha avuto inizio nel mese di marzo 2020 quando una donna ultraottantenne, vittima già in passato di un analogo reato, ha ricevuto una telefonata dal finto “nipote” che, dopo aver causato un sinistro stradale con feriti, le comunicava di trovarsi dal notaio perché doveva immediatamente risarcire il danno, altrimenti sarebbe stato arrestato.
Le indagini, condotte mediante pedinamenti, appostamenti e complesse attività di intercettazione, hanno permesso di ricostruire la struttura del gruppo criminale ed individuare la responsabilità del medesimo in ordine ad una cinquantina di episodi avvenuti, dal gennaio all’agosto 2020, nelle province di Novara, Vercelli, Como e in territorio elvetico.
E’ stato stimato che il provento delle truffe portate a termine ammonta a circa 400.000 euro, tra denaro e gioielli; gli oggetti di valore, solitamente, venivano inviati in Polonia con lo scopo di riciclarli, monetizzarne il valore, e farne così perdere le tracce.
Erano spietati
Nel corso dell’attività d’indagine, ed in particolar modo nel corso delle intercettazioni telefoniche, è emersa la cattiveria, la spietatezza e l’incredibile cinica determinazione dei telefonisti che effettuavano decine e decine di chiamate a ripetizione in danno delle vittime, finché non trovavano la persona che eseguiva pedissequamente quanto da loro richiesto.
Per l’esecuzione delle misure cautelari, delle perquisizioni e dei sequestri sono stati impiegati oltre 60 agenti, con la partecipazione del personale delle Squadre Mobili di Torino, Alessandria, Asti, Aosta, Biella, Verbania e Vercelli, nonché di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Torino, che si ringraziano per la disponibilità dimostrata.
L'appello della Polizia
La Polizia di Stato invita le persone vittime di questi reati nel richiedere sempre l’intervento delle Forze di Polizia: le numerose attività di polizia giudiziaria svolte nel corso degli anni, finalizzate alla repressione di questi vili reati, hanno fatto emergere un sommerso di situazioni analoghe che non venivano nemmeno denunciate. Infatti, spesso, queste tipologie di truffe, vengono tenute nascoste dalle parti offese che, oltre ad avere ingenti danni economici, si sentono vittime di sensi di colpa e manifestano impotenza e vergogna per le modalità con le quali sono state raggirate.
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