Arrestati i quattro rapinatori di Meeting Art
Catturati i presunti autori della rapina alla Meeting Art del 19 gennaio scorso. Nella mattinata del 23 marzo la Polizia di Stato di Vercelli ha assicurato alla giustizia quattro soggetti che quel pomeriggio erano entrati nella casa d’aste: un primo soggetto, armato di pistola, aveva intimato ai dipendenti di non muoversi mentre il complice, infranta una teca in vetro posta nella prima sala della casa d’aste, asportava diversi oggetti preziosi il cui valore è stato quantificato in circa 30.000 euro.
Catturati i presunti autori della rapina alla Meeting Art del 19 gennaio scorso. Nella mattinata del 23 marzo la Polizia di Stato di Vercelli ha assicurato alla giustizia quattro soggetti che quel pomeriggio erano entrati nella casa d’aste: un primo soggetto, armato di pistola, aveva intimato ai dipendenti di non muoversi mentre il complice, infranta una teca in vetro posta nella prima sala della casa d’aste, asportava diversi oggetti preziosi il cui valore è stato quantificato in circa 30.000 euro.
Catturati i presunti autori della rapina alla Meeting Art del 19 gennaio scorso. Nella mattinata del 23 marzo la Polizia di Stato di Vercelli ha assicurato alla giustizia quattro soggetti che quel pomeriggio erano entrati nella casa d’aste: un primo soggetto, armato di pistola, aveva intimato ai dipendenti di non muoversi mentre il complice, infranta una teca in vetro posta nella prima sala della casa d’aste, asportava diversi oggetti preziosi il cui valore è stato quantificato in circa 30.000 euro.
Si tratta di Alfredo Pistone (torinese classe 1943, ai domiciliari), Marco Dvorscheg (torinese classe 1961) e la sua compagna Cinzia Michelini che l'avrebbe accompagnato sul posto ed infine, Nicola Armignacco (vercellese classe 1955)
La dinamica dei fatti e lo sviluppo delle indagini sono state ricostruite dalle forze dell'ordine.
Nel pomeriggio del 19 gennaio scorso due malviventi entrano nella casa d’aste: un primo soggetto (il 73 enne Pistone), armato di pistola, intima ai dipendenti di non muoversi mentre il complice infrange una teca in vetro posta nella prima sala della casa d’aste, asportando diversi oggetti preziosi per un valore di circa 30.000 euro.
Al termine della rapina il rapinatore con la refurtiva si allontana a bordo di un’autovettura - poi risultata rubata a Torino - scappa anche l'uomo con la pistola e qui la scena del video rasenta il comico, dopo essere stato malmenato e spintonato lungo le scale dai dipendenti il 73enne cade infatti goffamente, quasi come in un film di Fantozzi... comunque riesce a dileguarsi a piedi lungo le vie limitrofe, perdendo il cappellino che ne garantiva il travisamento, un elemento che ha contribuito alla identificazione del gruppo avvenuta poi in seguito ad attenta e scrupolosa attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile, con testimonianze e supporti tecnologici, ha permesso di identificare i quattro soggetti ritenuti responsabili di tale attività criminosa.
Nicola Armignacco, 61 anni, residente a Vercelli, basista, colui che ha effettuato il sopralluogo un’ora prima della rapina, destinatario della misura dell’obbligo di dimora e di presentazione alla pg; Alfredo Pistone, a Torino, il rapinatore, armato di pistola, che ha intimato ai dipendenti di non muoversi, destinatario della misura degli arresti domiciliari; Marco Dvorscheg, di 55 anni, residente a Torino, il rapinatore che si è impossessato della refurtiva ed è fuggito a bordo dell’autovettura, destinatario del fermo del Pm e poi della misura cautelare in carcere; Cinzia Michelini, classe 63, residente a Torino, il palo, donna, che ha garantito la fuga del convivente, destinataria della misura dell’obbligo di dimora e di presentazione alla pg.
Si tratta comunque di persone pregiudicate, condannate per reati contro il patrimonio, anche per fatti analoghi. Marco Dvorscheg era già stato sottoposto a fermo e la sua abitazione perquisita già nella serata del 5 marzo, perquisizione con esito positivo: gli inquirenti gli avevano infatti sequestrato due maschere di gomma utilizzate per travisare il volto, un taglierino e l’autovettura rubata utilizzata per commettere la rapina.
L'operazione è partita dalla visione delle immagini del sistemi di video-sorveglianza e dalle testimonianze delle persone presenti e si è evoluta grazie allo spiccato intuito investigativo. Raccolti pregnanti elementi probatori il PM titolare delle indagini, Dott.ssa Tedeschi, ha richiesto al GIP presso il Tribunale di Vercelli le misure cautelari personali. Le perquisizioni eseguite contestualmente all’esecuzione delle misure hanno dato esito positivo in quanto sono stati rinvenuti e sequestrati alcuni capi di abbigliamento utilizzati in occasione dell’episodio criminoso. Preziosa la collaborazione della Squadra mobile di Torino.