Arcigay: divertente serata "trasversa" e impegno per i profughi omosessuali
Sabato scorso cena al contrario giochi e formazione per superare gli stereotipi di genere.
Sabato scorso cena al contrario giochi e formazione per superare gli stereotipi di genere.
Il servizio completo è sul giornale oggi in edicola, ecco un estratto:
Una cena al contrario per dire basta alle etichette e alle imposizioni della società. E’ stato “Tasversa, la cena diversa”, l’ultimo evento organizzato in città dall’associazione Arcigay “Rainbow” Valsesia Vercelli che ha avuto luogo lo scorso sabato sera presso il Circolo dei Lavoratori. Una serata frizzante e spiritosa, all’insegna dell’anticonformismo che da sempre contrassegna la filosofia “queer”, basata essenzialmente sul rigetto di ogni forma di identità di genere e di categorizzazione sessuale di impianto borghese. Per enfatizzare questo concetto è stato richiesto ai partecipanti, di qualunque orientamento sessuale e di genere, di indossare capi caratteristici del sesso opposto a quello di appartenenza. La cena inoltre è stata letteralmente servita “al contrario”: dall’amaro agli antipasti, ribaltando ogni tipo di regola più tradizionale. Dopo la cena poi grandissima attenzione è stata data al divertimento, con musica e giochi pensati ad hoc per l’evento come il gioco dell’oca e il beer pong , per poi finire con le premiazioni di “miss e mister queer”, coloro che nel corso della serata, con un grande esercizio di empatia sono entrati meglio nei panni delle persone di sesso opposto. La serata è stata anche utile per presentare un nuovo progetto, “Solidarietà Africa”, è nato di recente grazie all’impegno di Eghosa, giovane nigeriano arrivato a luglio 2015 che ha ottenuto da poco il permesso per rimanere in Italia per 5 anni: «In Nigeria e in generale in molti altri Paesi africani fare outing significa venire imprigionati se non condannati al rogo. E’ importante dare un supporto agli immigrati che nei centri subiscono tutti i giorni forti discriminazioni e soprattutto è legittimo informare coloro che saranno nuovi cittadini italiani che qui le violenze non devono essere tollerate. Ci piacerebbe avviare un progetto nei centri di accoglienza del nostro territorio volto a fornire informazioni sul tema dell’omosessualità e supporto psicologico. Attendiamo a tal proposito solo la risposta della Prefettura» specifica la referente del gruppo di Arcigay di Vercelli, Giulia Bodo.
Sofia Starda