AMBIENTE MALATO: In via Palli e via Baracca tumori record
Sono tre volte di più che nel resto della città e L'Osav aggiunge elementi sul fronte della contaminazione dei pozzi (non parliamo di acqua potabile) che c'è ed è pesante. Si parla anche di inceneritore
Sono tre volte di più che nel resto della città e L'Osav aggiunge elementi sul fronte della contaminazione dei pozzi (non parliamo di acqua potabile) che c'è ed è pesante. Si parla anche di inceneritore
Riproponiamo uno dei tanti servizi che abbiamo dedicato alla situazione ambientale vercellese nell'uscita di lunedì 28 novembre 2016.
«E’ incredibile che sinora il sindaco Maura Forte non si sia presentata in aula per annunciare al Consiglio Comunale e alla città cosa intenda fare per la messa in sicurezza dell’inceneritore. Inoltre ora abbiamo anche la certezza che l’area ex Sambonet qualche guaio lo ha provocato...».
Le parole di Stefano Pasquino, presidente della Vª Commissione Ambiente non lascia spazio all’immaginazione e fotografa perfettamente quella che è l’attuale situazione a Vercelli per quanto riguarda il tema ambientale.
La Commissione Ambiente
Martedì scorso si è svolta la riunione della Commissione alla presenza dell’assessore Remo Bassini, dei rappresentanti dell’Osav (Osservatorio Socio Ambientale Vercellese), Lucio Antonio Palin e Christian Salerno e dei consiglieri comunali Luca Simonetti (SiAmo Vercelli) e Adriano Brusco (Movimento 5 Stelle).
Non era presente (e non è purtroppo la prima volta...) alcun rappresentante della maggioranza.
Nel corso della discussione i ricercatori Osav hanno esposto quelli che sono stati i risultati ottenuti dai loro studi per quanto riguarda l’inquinamento dei pozzi al quartiere Aravecchia e quelli relativi all’inceneritore.
Dati che confermano la preoccupazione di molti cittadini, soprattutto quelli residenti nell’area in questione, e che il nostro giornale aveva pubblicato in largo anticipo circa un mese or sono.
Via Palli e via Baracca
Il comunicato di Palin è assai chiaro: «nello spazio compreso tra via Baracca e via Natale Palli, a Sud di Vercelli e adiacente al sito industriale Sambonet, dismesso a metà degli anni ‘90, si sono osservati incrementi di mortalità quali su tutti un eccesso triplo per il totale dei tumori da 0 a 44 anni. Le recenti analisi delle acque prelevate da pozzi di prima falda dimostrano una diffusa contaminazione da solventi alifatici alogenati, Tricloetilene, Percloroetilene e di Nichel fuori limite e metalli verosimilmente compatibili con le attività lavorative della Sambonet di trattamento e galvanotecnica».
Continua Palin: «Trarre conclusioni non sarebbe corretto mentre diviene invece necessario procedere a una analoga definizione di mappe di rischio ambientale in un orizzonte più ampio. Si tratta di una condizione indispensabile per una forma di chiarezza di qualità della vita che interessa la popolazione, nonché di tutela e di prevenzione».
I pozzi sono inquinati!
In quello che è, invece, il dossier sulla situazione ambientale e sanitaria dell’area Sud della città, ecco cosa viene riportato dall’Osav: «La nostra attenzione si è concentrata sull’inquinamento idrico di 4 pozzi nelle zone limitrofe all’ex sito industriale Sambonet. L’Arpa nello studio eseguito nel 2015 aveva sollecitato ulteriori carotaggi di pozzi piezometrici per valutare meglio l’eventuale inquinamento di altre aree urbane. Inoltre le analisi, effettuate sempre da Arpa, hanno evidenziato la presenza in questi pozzi di solventi alogenati e metalli pesanti».
in altre parole, i pozzi di prima falda, ovvero quelli che non vengono utilizzati come rete idrica corrente domestica, sono pesantemente inquinati.
I tumori sono aumentati
Ma non basta questo a gettare ombre sinistre sulla situazione ambientale di quest’area cittadina.
«A tale situazione di degrado ambientale - si legge nella relazione - si è anche osservata una realtà sanitaria, tramite i risultati epidemiologici della nostra analisi spaziale del 2012, che evidenziava in quella zona, tra le varie criticità un netto incremento dei tumori per soggetti compresi da 0 a 44 anni. Un dato statisticamente significativo che riguardava soprattutto via Natale Palli e via Baracca».
Ma, questo dovrebbe destare particolare attenzione, viene anche scritto che «non vi è alcuna possibilità oggi di stabilire degli eventuali nessi tra gli aumenti di patologie e l’inquinamento dei pozzi perché la zona risulta soggetta anche da altri inquinamenti e si rileva pure una sensibile ricaduta d’inquinanti dell’inceneritore e non ultimo vi è una vicinanza dell’area con la ditta Polioli, ad oggi attiva e a potenziale rischio ambientale».
Il “problema” inceneritore
Qui entra in scena proprio lo “scatolone”, ovvero l’inceneritore perché viene relazionato che esiste una «estensione di inquinati gassosi Nox prodotti e la mortalità maggiore per il tumore al polmone e al colon retto nelle zone Sud di Vercelli».
“Analizzare gli ortaggi”
Ma Palin e Salerno non hanno solamente stilato tabelle e resoconti. Si sono anche recati in prima persona nella zona “incriminata”, quella della ex Sambonet affermando che «dai sopralluoghi effettuato nell’ultimo anno si è notato nella parte vicina all’ex stabilimento Sambonet una numerosa presenza di orti coltivati a uso famigliare. La fondata possibilità di un suolo inquinato dovrebbe, a nostro avviso, richiedere attenzione e verifiche per stabilire, tramite analisi tossicologiche, l’eventuale rischio sanitario sugli ortaggi conseguente al loro consumo».
Ecco cosa bisogna fare
L’analisi sugli ortaggi coltivati nella zona è uno degli aspetti sui quali si dovrebbe porre maggiore attenzione. Ma non è il solo perché viene accompagnato anche da un questionario per tutta la zona, sia ai residenti che ai parenti dei deceduti; incaricare un Ingegnere Ambientale per ottenete il medesimo modello di dispersione degli inquinanti effettuato sull’inceneritore anche per altri siti industriali attuali oppure ormai dismessi; il consiglio che l’Amministrazione di Vercelli prenda contatti con Comuni posti a Sud di Vercelli per verificare un loro reale interesse ad essere inclusi negli studi epidemiologici riguardanti il polo industriale.
Inoltre viene richiesto, se possibile, un incremento economico dell’Osav per il biennio 2017/2018 corrispondente alla somma di 8.000 euro per poter acquisire varie collaborazioni, soprattutto quelle relative a un data entry per l’inserimento dei dati. Attualmente sono stati scannerizzati circa 6.000 nominativi che dovranno essere inseriti manualmente su supporto informatico.
All’interno di tale richiesta vi sarebbe anche la collaborazione di un biomatematico per l’esecuzione di particolari analisi spaziali.
Presto report su altri rioni
Osav inoltre ha comunicato che per quanto riguarda il resto della città «vi sarà particolare attenzione ad altre zone. In particolare all’area Cervetto - Corso Rigola per la presenza degli ex impianti Montefibre Chatillon. Approfondiremo lo studio sulle popolazioni residenti nella zone limitrofe agli insediamenti risicoli e quello del rione Isola nell’area Montecatini».
Insomma, il dado è tratto. Appurato che i pozzi del rione Aravecchia sono inquinati e che i danni provocati dall’inceneritore sono pressoché certi, ora si passerà al setaccio anche la situazione ambientale di altre zone. Tra le altre sarebbero utili analisi al rione Belvedere-Canadà, aree dove esistono ancora insediamenti industriali.
Andrea Borasio