Il funerale

Addio a don Augusto: "una vita offerta con gioia a Gesù"

La storia del religioso salesiano e l'affetto dei parrocchiani

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Canti e preghiere, testimonianze ed echi di una vita spesa al servizio della Chiesa, della famiglia Salesiana, dei ragazzi degli oratori e dei centri professionali, degli ultimi, che ha sempre servito, fedele al Vangelo. Questo è stato l'addio a don Augusto Scavarda, in realtà un arrivederci, perché chi crede sa che la morte e la "nascita al cielo" e che un giorno ci si ritroverà tutti nella luce di Dio.

La vita

Nato a Foglizzo l'8 ottobre 1952 da papà Giovanni e mamma Anna, sin da giovane è attratto dalla famiglia salesiana e frequenta le scuole medie e il ginnasio in un istituto salesiano. dopo gli studi e l'entrata nella vita religiosa viene consacrato sacerdote nel giugno del 1980 e prende servizio nella parrocchia di Foglizzo. Nella congregazione salesiana opera in diverse sedi, fra cui quella torinese di Valdocco. A Vercelli è arrivato nell'autunno del 2011, proveniente da Bra. E proprio nel giorno del suo compleanno, l'8 ottobre fece il suo ingresso a Caresanablot nella parrocchia di Santa Cecilia, essendo anche parroco al Rione Isola. Nel 2017 assunse anche l'incarico di parroco al Sacro Cuore. Sono dati riportati dal confratello don Guido prima del rito funebre.

"Porto il mio cuore a riposare"

Don Giudo ha concluso il suo intervento così: "Porto il cuore a riposare un po', perché gli ho chiesto tanto in questi giorni", mi ha detto martedì mattina. Non ti sei mai risparmiato. Le nostre costituzioni affermano che quando un salesiano muore lavorando per le anime la congregazione ne contrae un grande trionfo. Diverse volte ci siamo confidati che il trionfalismo non è fatto per noi, tuttavia chiedo per intercessione tua e dei tanti santi salesiani, che il tuo sacrificio faccia rifiorire le nostre vocazioni alla vita sacerdotale, non solo nella nostra famiglia della congregazione ma anche per la nostra amata diocesi".

L'omelia dell'Ispettore Salesiano

L'omelia della messa presieduta dall'arcivescovo Marco Arnolfo è stata tenuta dall'Ispettore Provinciale Salesiano don Leonardo Mancini che ha collegato tappe della vita del sacerdote alle letture, in particolare il famoso brano del Vangelo di Luca in cui si richiamano i cristiani a stare preparati perché l'incontro con Dio avviene all'improvviso: "Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze...". Ha voluto ricordare don Augusto citando passi della lettera che il sacerdote scrisse nell'aprile del 1980, una sorta di solenne impegno prima di essere consacrato sacerdote salesiano.

"Dono con gioia a Gesù la mia vita"

"La vita alla luce della fede è dono di Dio, e bisogna farne qualcosa di buono. Cristo mi ha fatto capire meglio che può esercitare il suo sacerdozio attraverso la mia consacrazione e missione sacerdotale, vuole parlare agli uomini con la mia voce. Consacrata l'Eucarestia della mia vita per mezzo di me. Amare come Dio vuole, aiutando con le mie mani, salvando con le mie fatiche... Ho fiducia in colui che tutto ha potere di fare, molto più di quanto possiamo domandare ed è per questo che dono con gioia e senza paura la mia vita a Lui, che per primo ha dato la sua vita per noi".

Il ricordo dei parrocchiani

Al termine della celebrazione ci sono state due testimonianze, particolarmente sentita quella dei parrocchiani di Caresanablot, tramite Adele Listorti, persona legatissima al "don" e alla parrocchia, la quale ha poi letto una poesia scritta da Paola Lazzarini (poetessa di livello nazionale e anche lei attiva nella chiesa di Santa Cecilia).

Una poesia per don Augusto

A Don Augusto

Nostro pastore del sorriso
generoso e gentile,
questi versi ti devo
che non avrei voluto scrivere.
Spargili tra polvere di stelle
lontani dalla nostra tristezza
e solitudine,
orfanezza di pecore rimaste
senza il loro pastore.
Dove siedi tra angeli e beati
scrivili su pagine di luce
che il tempo non Cancella

Paola Lazzarini, 3 gennaio 2023

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