Cronaca

A Santhià una panchina arancione contro le mafie

Il drappo bianco per ricordare le vittime e la “panchina della riflessione” simbolo di impegno ed energia nella lotta alle ingiustizie e ai reati di mafia.

A Santhià una panchina arancione contro le mafie
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L’Amministrazione comunale aderisce alla proposta delle reti Rai per le celebrazioni del 23 maggio, giorno in cui, 28 anni fa, fu ucciso dalla mafia il magistrato siciliano Giovanni Falcone. Nessun corteo a causa l'emergenza sanitaria né iniziative pubbliche, ma l’esposizione di un drappo bianco sui balconi ricorderà a tutti che la lotta alle mafie deve essere condotta ogni giorno da ognuno di noi.
“Quest’anno facciamo nostra la proposta della prof. Maria Falcone, sorella del giudice, di un gesto simbolico, ma concreto che alle 18 del 23 maggio veda su tutti i balconi un drappo bianco. “SANTHIA’ CONTRO LE MAFIE” nel 2020, in un momento in cui la presenza fisica delle persone non è consentita, la vivremo così – osserva il sindaco Angelo Cappuccio – aderiremo con l’esposizione del drappo bianco e poi nei giorni scorsi abbiamo inaugurato al Bosco per la Città una delle “panchine della riflessione”. E’ arancione, perché questo è il colore dell’Impegno e dell’energia che noi mettiamo e abbiamo sempre messo nelle nostre iniziative, soprattutto nel combattere ogni sopruso o ingiustizia nella nostra piccola grande lotta alle mafie.
In questo periodo dell’anno, che va dalla strage di Capaci e quella di via D’Amelio, l’una il 23 maggio e l’altra il 19 luglio, quando furono assassinati dalla mafia i giudici Falcone e Borsellino e le persone delle loro scorte, a Santhià abbiamo sempre realizzato iniziative di sensibilizzazione volte a ricordare le vittime di mafie. Ad esempio abbiamo ospitato personaggi come don Luigi Ciotti o come Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco Chinnici, anche lui assassinato dalla mafia, testimoni di giustizia e persone che hanno dedicato la propria vita a combattere le mafie. Abbiamo intitolato il parco (nella zona antistante il Centro di Partecipazione Giovani #TAG) a Rita Atria (1974-1992), la giovane testimone di giustizia che si tolse la vita settimana dopo la strage di Via D'Amelio perché proprio per la fiducia che riponeva nel magistrato italiano Paolo Borsellino si era decisa a collaborare con gli inquirenti; abbiamo esposto striscioni in ricordo delle vittime perché crediamo che “La memoria sia un valore per non dimenticare”, realizzato cinerassegna a tema.
Soprattutto cerchiamo concretamente in ogni modo di contrastare il dilagare della mafie: oltre alle attività di sensibilizzazione, dura è infatti la nostra campagna contro il gioco d’azzardo patologico e le sale da gioco, abbiamo aderito ad Avviso Pubblico/Libera, ci siamo costituiti parte civile nel processo contro mafia e ‘ndrangheta nelle nostre zone. Crediamo fermamente che le mafie sono una condizione umana e come tale, con i comportamenti corretti e il rispetto delle leggi, si possono e si devono combattere”.

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