A rischio servizio scuolabus: l'allarme è reale

Ecco perché le famiglie rischiano di pagare per intero il servizio dopo una sentenza della Corte dei Conti.

A rischio servizio scuolabus: l'allarme è reale
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A rischio servizio scuolabus: l'allarme è reale. Ecco perché le famiglie rischiano di pagare per intero il trasporto dopo una sentenza della Corte dei Conti.

A rischio servizio scuolabus: l'allarme è reale

Scuolabus a rischio: per la Corte dei Conti il servizio non può essere sovvenzionato o erogato gratuitamente attraverso risorse comunali e le spese devono essere coperte dalle famiglie.

L’antefatto di Biandrate

A sollevare la questione è stato il pronunciamento dei magistrati della Corte dei Conti numero 46 del 2019: interpellati dal Comune di Biandrate sulla possibilità di erogare gratuitamente il servizio scuolabus alle famiglie, hanno risposto che questo rientrerebbe nella categoria dei servizi pubblici locali e non in quella a domanda individuale. Ne consegue il rischio per le famiglie di dover pagare l’intero servizio. La richiesta del comune novarese era arrivata dopo il completamento dei lavori di costruzione del nuovo plesso scolastico: l’amministrazione chiedeva di poter attivare gratuitamente un servizio di collegamento al centro abitato, in deroga alla clausola di invarianza finanziaria prevista dall’articolo 5, comma 2, del Dlgs 63/2017. Ma la risposta arrivata è stata negativa.

L’intervento di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta

Il Piemonte rischia di pagare un alto prezzo, dal punto di vista ambientale e di minori servizi, a seguito della legge 63 del 2017 e del successivo pronunciamento della Corte dei Conti che stabilisce che i servizi scuolabus non possano essere sovvenzionati o erogati gratuitamente attraverso risorse comunali e che, anzi, le spese debbano essere integralmente coperte dalle famiglie. “Il rischio è che da settembre, con la riapertura delle scuole, i servizi attualmente gestiti e sostenuti dai Comuni non possano essere garantiti o che abbiano costi non accessibili e che le famiglie siano quindi portate, soprattutto nei piccoli centri e nei territori montani dove non sono presenti servizi di
trasporto pubblico alternativi, ad utilizzare il proprio mezzo privato con un impatto ambientale ed economico non trascurabile. Questi effetti rischiano di essere ancor più evidenti nella nostra regione in cui l’aria è già irrespirabile e dove si concentra un grandissimo numero di piccoli Comuni – dichiara Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta-. Per questo facciamo appello ai parlamentari piemontesi affinché si adoperino per una soluzione in tempi rapidi che permetta ai Comuni di poter continuare a decidere di sostenere le famiglie  contribuendo alla spesa per gli scuolabus e al tempo stesso di garantire il diritto di accesso all’istruzione”.

Un servizio già peggiorato negli anni

Le preoccupazioni dell’associazione sono confermate dai dati dell’ultima indagine Ecosistema Scuola di Legambiente che fotografano una situazione già oggi critica che rischia di peggiorare ulteriormente: a livello nazionale emerge infatti una significativa diminuzione dal 2012 ad oggi dei servizi scuolabus passati dal 30% al 23% circa, rendendo il trasporto scolastico sempre più appaltato alle famiglie, incentivate così all’uso del mezzo privato a danno della sostenibilità ambientale e della salubrità dell’aria.

L’intervento di Anci

Dopo l’allarme lanciato dall’ANCI Piemonte, la questione relativa alla gratuità del servizio scuolabus è approdata sul tavolo dell’ANCI nazionale. A farsene carico in prima persona era stato il presidente dell’Associazione dei Comuni piemontese, Alberto Avetta: “Facciamo appello al governo affinché inserisca nell’elenco dei servizi a domanda individuale – che è del 1983 – il servizio di scuolabus. I sindaci devono poterlo erogare come hanno fatto fino ad oggi ovvero contribuendo alle spese sostenute dalle famiglie. Per noi si tratta di un servizio pubblico essenziale”.

“L’interpretazione dei giudici della Corte dei Conti Sezione Piemonte espressa con delibera 46/2019 che individua la natura del trasporto scolastico come servizio pubblico locale e non a domanda individuale, potrebbe comportare non pochi problemi nella prosecuzione dell’esercizio dell’attività da parte dei Comuni, che peraltro, hanno sempre effettuato tale servizio sostenendone la spesa anche con risorse proprie, spesso considerevoli”. Così si legge nella lettera che il Segretario Generale dell’ANCI Veronica Nicotra ha inviato al Capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione e al Capo di Gabinetto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“Si tratta di diritto allo studio”

La missiva sottolinea come il trasporto scolastico sia un servizio pubblico, riconosciuto nell’ambito del diritto allo studio, costituzionalmente garantito, rivolto alle famiglie a sostegno della fruizione dell’istruzione di base e il cui esercizio da parte dei Comuni non dovrebbe essere subordinato a regole così rigide.
Da qui l’invito “ad individuare, prima dell’avvio del nuovo anno scolastico, una soluzione al problema attraverso un intervento normativo oppure tramite una circolare esplicativa che definisca, nell’ambito dell’autonomia dell’Amministrazione e nel rispetto degli equilibri di bilancio, le modalità per assicurare alle famiglie un servizio ritenuto fondamentale”.

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