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Vittima del Sim swap: spariscono dal conto 20mila euro

Vittima del Sim swap: spariscono dal conto 20mila euro
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Due situazioni che tutelano i consumatori nel giro di poche ore.

Il risarcimento

Truffa della SIM swap: la Casa del Consumatore fa condannare la Banca che restituisce 20000 euro
Importante decisione dell'ABF (l’Arbitro Bancario e Finanziario presso la Banca d’Italia) a favore di una piccola azienda agricola il cui titolare è stato truffato mediante la tecnica della SIM swap.

La storia

Nell’ottobre 2019 il titolare di un’azienda agricola si accorgeva che il suo smartphone gli impediva di effettuare chiamate e accedere a internet. A seguito del malfunzionamento andava in un negozio di telefonia per cercare di risolvere il problema che pareva attribuibile a un malfunzionamento della SIM. In quell’occasione gli veniva consigliato di provare a spegnere il telefono e a disinserire la SIM. Persistendo il problema, tornava il giorno dopo al centro di telefonia e richiedeva la sostituzione della SIM card. In quell’occasione il truffato apprendeva, dalla compagnia telefonica, che il giorno precedente era già stato richiesto ed effettuato un cambio della SIM card collegata al numero di cui lo stesso era titolare.

Insospettito dall’accaduto, il titolare dell’azienda agricola contattava la filiale della sua banca e apprendeva che il giorno stesso, in cui si era verificato il malfunzionamento, era stato fraudolentemente disposto, dal suo conto online, un bonifico istantaneo di € 19.963,00 a favore di un soggetto a lui sconosciuto. Procedeva a sporgere querela contro ignoti per truffa informatica e disconosceva l'operazione presso la banca che però si dichiarava totalmente estranea all'accaduto rifiutando il rimborso.

La truffa

La truffa denominata SIM Swap Fraud è la sostituzione, con un documento d’identità contraffatto della SIM del titolare di un conto corrente bancario.
"La tecnica della SIM swap - esordisce Stefano Santin della Casa del Consumatore, che ha assistito l’azienda - viene utilizzata dagli autori della truffa per aggirare il sistema di autenticazione con OTP, che consiste generalmente in un codice alfanumerico (generato da un algoritmo) trasmesso all’utente su un canale fuori banda (nella specie, messaggistica SMS), per cui è sempre necessaria, ai fini della sua utilizzazione, una tecnologia supplementare (ITC mobile o token ecc.), Dall’esperienza acquisita nei casi seguiti in tutta Italia – continua Santin - si è appurato che gli autori della truffa sono in grado di ottenere le credenziali di accesso ai sistemi di home banking, attraverso attività di phishing o acquistandole sul dark web, per poter poi, una volta ottenuta la nuova SIM card, effettuare l’accesso abusivo sul conto corrente".

Responsabilità della Banca

"Molti potrebbero pensare: perché c’è una responsabilità della banca per una truffa sulla SIM?- spiega Santin, che è anche consulente in tematiche bancarie della trasmissione Mi Manda Rai Tre - Semplicemente perché la sottrazione dell’identità telefonica è in grado di superare il sistema di autenticazione multifattoriale (due codici), pur in astratto predisposto dalla banca, essendo l’utenza telefonica il naturale sito di ricezione del codice. Si ritiene, quindi, che nei casi di SIM Swap Fraud la sostituzione della SIM card vada equiparata alla mancanza di autenticazione dell’operazione di pagamento e pertanto la banca deve risarcire il malcapitato.

"In fin dei conti - conclude il presidente della Casa del Consumatore Piemonte - la banca ha scelto il sistema di SMS per inviare sia i codici di accesso al conto corrente sia per autorizzare le operazioni. Se il sistema fa acqua, quindi, chi l’ha scelto sulla testa dei correntisti deve pagare".

Il malfunzionamento

La Suprema Corte di Cassazione di Milano si è di recente pronunciata su una vertenza avente per oggetto un contratto di telefonia (ordinanza n. 3996/2020), statuendo come per l'utente è sufficiente nel procedimento allegare l'inadempimento della compagnia, mentre quest'ultima deve provare l'esatta esecuzione della propria obbligazione.

Nello specifico la compagnia telefonica era stata citata in giudizio da un'azienda, che aveva contestato numerosi disservizi nel contratto di telefonia che avevano compromesso l'esercizio dell'attività aziendale a causa del malfunzionamento delle linee.

Una sentenza importante

Codacons: "La Sentenza è importante in quanto mette ordine circa l'onere della prova esistente in queste tipologie contrattuali, consentendo quindi al consumatore/utente di allegare solamente l'inadempimento della compagnia telefonica, e se viene richiesto il risarcimento del danno, dimostrare quale danno sia stato concretamente subito - afferma il Presidente Nazionale del Codacons, Marco Donzelli - questo consente a tutti coloro che abbiano subito disservizi dalla compagnia telefonica ad agire per il risarcimento del danno, chiedendo la giusta corresponsione dei danni patiti."

Avete subito un danno dalla vostra compagnia telefonica? Potete rivolgervi al Codacons per avere tutela e domandare il risarcimento del danno! Contattateci: info@codaconslombardia.it - consulenze@codaconslombardia.it - 02/29419096.

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