Tragedia di Brandizzo: l'abbraccio alle famiglie delle vittime riempie il Duomo di Vercelli
Vicinanza a tutte le famiglie che soffrono da parte dell'arcivescovo e dei sindaci
La veglia di preghiera per ricordare le vittime della strage sui binari, si è svolta lunedì 11 settembre nella Cattedrale di Vercelli. Un'ora di canti e preghiere per i vercellesi Kevin Laganà, Michael Zanera, Giuseppe Saverio Lombardo, il borgodalese Giuseppe Aversa e Giuseppe Sorvillo di Brandizzo.
Cattedrale piena di fedeli
La cattedrale si è rapidamente riempita, non era stracolma ma tutte le persone presenti erano lì per pregare per stare vicini a famiglie così provate dal dolore.
“I tempi dei funerali si allungano - ha detto mons. Marco Arnolfo aprendo la cerimonia - e non potevamo aspettare oltre per ricordare i morti nella tragedia di Branzizzo”. Ha rivolto poi “Pensieri di affetto e vicinanza a nome di tutta la diocesi, i sacerdoti, le parrocchie di tutte le comunità. Vogliamo innanzitutto sentire la presenza del Signore”, infine ha ricordato i nomi delle vittime, sottolineando come queste anime “siano con Lui in questo momento”.
Le lacrime di Gesù per Lazzaro
La morte di una persona cara ha scosso Gesù come uomo, e l'uomo ha addirittura prevalso sulla natura divina, perché poi il Cristo resuscita l'amico “che era da quattro giorni nel sepolcro”. Lo fa anticipando la propria, dando il primo segnale che lui è la verità e la vita e chi crede in lui non morirà in eterno.
Sono parole che rischiano di sembrare scontate a una veglia funebre, ma non è così per chi crede, perché qui c'è quella “Buona Notizia” che è alla base della Fede “Io risorgerò”. E' stata anche letta una bellissima preghiera di Sant'Agostino, “La morte non è niente”, in cui è un defunto a rivolgersi a una persona cara: “Sono solamente passato dall'altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto” dice e la preghiera-poesia si chiude così: “Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace”.
Non c'è molto altro da dire se si crede in Dio e in tanti fedeli hanno voluto essere vicino alle famiglie delle vittime della strage sui binari. Per un'ora sono rimaste fuori dalla porta l'inchiesta, il clamore mediatico nazionale, le terribili ricostruzioni, solo la preghiera. Il rito è stato sobrio ma solenne, con canti eseguiti magistralmente. Non ci sono stati discorsi, solo il ricordo.
Il rito delle luci
I tre sindaci, Andrea Corsaro di Vercelli, Mario Demagistri di Borgo Vercelli e Pier Mauro Andorno di Borgo d'Ale, insieme ai relativi parroci, hanno sfilato con un lumino in mano che poi hanno lasciato all'altare, un gesto simbolico per ricordare che sulle anime dei cinque lavoratori, come su tutte quelle dei defunti, splende la “luce perpetua” (la presenza visibile di Dio).
L'abbraccio dell'arcivescovo
Alla fine del rito l'arcivescovo mons. Marco Arnolfo con il vicario generale mons. Stefano Bedello, don Giuseppe Cavallone e altri presbiteri hanno abbracciato uno ad uno i componenti delle famiglie, con vera tenerezza padre Arnolfo ha avuto una carezza e una parola di conforto per tutti.