"Se vuoi la pace prepara la pace": riflessione di Don Antonello Solla Parroco di Fontanetto Po
«È giorni ormai che assistiamo ad una guerra che la Russia ha iniziato invadendo l’Ucraina.
Una guerra relativamente vicino a "casa nostra ".
Si sta muovendo una mobilitazione meravigliosa per soccorrere e accogliere i profughi di guerra ucraini.
A mio avviso occorre fare delle considerazioni.
Nella regione del Lugansk nel Donbass sono otto anni che c'è la guerra e Kiev bombarda a causa dell'autoproclamazione di indipendenza dall'Ucraina.
L'occidente unito a condannare la Russia per l'invasione ( giustamente!) ma dov'era quando per 8 anni il Donbass è aggredito? Dov'era e dov'è per la guerra in Yemen operata dall'Arabia
( bombardato anche con bombe prodotte in Italia) ?
Dov'era e dov'è sui territori occupati in Palestina che è in atto dal 1948?
L'Afghanistan già dimenticato? E la devastazione in Iraq perpetrata dagli Usa e noi alleati? I lager libici?
È imbarazzante l'ipocrisia dei leader politici europei e italiani,..le guerre sono sempre sbagliate ma a quanto pare alcune si condannano e altre si censurano. Come il video di Christel Nehan, giornalista francese, ( sul conflitto nel Donbass),censurato dai media occidentali.
Altrettanto vergognoso e pericoloso inviare armi e bombe in Ucraina calpestando l'articolo 11 della nostra Costituzione ( citato persino da papa Francesco durante l'Angelus di domenica 27 febbraio 2022). Gravissime le parole di Letta "dobbiamo mettere in ginocchio il paese ( la Russia)".
Invece di adoperarsi strenuamente per un negoziato e mediazioni ci espongono ad un allargamento del conflitto.
L'unico che sta operando per la pace è il papa effettuando strategie di non violenza attiva, telefonando al presidente ucraino Volodymyr Zelens'kyj e incontrando l'ambasciatore russo Alexander AVDEEV
nell'ambasciata accreditata presso la Santa Sede.
Qualcuno potrebbe sorridere o ironizzare ma solo interrompendo la spirale della violenza si realizza la pace.
La pace si realizza nella verità e nella giustizia.
Niente ipocrisia dunque: ogni guerra si condanna e ogni profugo deve essere accolto.
La miopia e la schizofrenia nell'accoglienza - i profughi che arrivano dall'Africa lasciati spesso per giorni in mare o dalla Siria respinti ai confini di Polonia e Ucraina ,meritano meno umanità? -
non rientra nei valori dell'essere umano e tanto meno in quelli di coloro che sbandierano di essere cristiani...pii e devoti nel tempio e poi fuori ipocriti e razzisti.
Dobbiamo crescere nella coerenza , nel coraggio della denuncia ,dell'annuncio e della rinuncia.
Per un cristiano questo è il percorso.
Anche la chiesa ( gerarchica),a volte timida nella denuncia, guardi al coraggio profetico di Francesco, faccia della non violenza attiva il paradigma di ogni azione pastorale e sentiero essenziale indicato per risolvere i conflitti. Abbia l'audacia evangelica di smilitarizzare i sacerdoti cappellani e si faccia davvero testimone di Cristo che comanda di riporre la spada nel fodero.
Preghiera e condanna delle guerre, tutte , chiunque le compie.
Se vuoi la pace prepara la pace, non la guerra!».