Commercio

Sciopero buoni pasto: mercoledì 15 non si potranno usare

L'appello dei pubblici esercizi: "Per garantire il servizio bisogna renderlo economicamente sostenibile".

Sciopero buoni pasto: mercoledì 15 non si potranno usare
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Nella foto un'efficace grafica che mostra il ruolo dei buoni pasto nelle abitudini degli italiani, riportata per esteso in fondo all'articolo.

Stop ai buoni pasto per un giorno per non farli sparire per sempre. E' questa l'idea degli esercenti Fipe-Ascom di Vercelli che domani, mercoledì 15 giugno 2022, non accetteranno i buoni pasto. L'appello dei pubblici esercizi: "Per garantire il servizio bisogna renderlo economicamente sostenibile".

Le ragioni degli esercenti

Per tutta la giornata del 15 giugno i pubblici esercizi non accetteranno alcun pagamento tramite buoni pasto. Un blocco necessario per far arrivare alle Istituzioni l’appello, troppe volte ignorato, per una strutturale riforma di un sistema che, per via di commissioni al 20%, non è più economicamente sostenibile.

A questa iniziativa aderiscono anche le imprese della distribuzione commerciale, dai piccoli esercizi di vicinato fino a supermercati e ipermercati della distribuzione organizzata.

“Con questa giornata di sospensione del servizio vogliamo sensibilizzare i lavoratori e più in generale i consumatori sulle gravissime difficoltà che le nostre imprese vivono quotidianamente a causa delle elevate commissioni che dobbiamo pagare sui buoni pasto. – dichiara Giuseppe Saggia Presidente Fipe-Ascom - Parliamo di una vera e propria tassa occulta che supera anche il 20% del valore del buono.

Salvare i buoni pasto

La nostra è una protesta che ha l’obiettivo di salvaguardare la funzione del buono pasto perché se si va avanti così sempre meno aziende saranno disposte ad accettarli. Insomma, il buono pasto rischia di diventare davvero inutilizzabile. C’è bisogno di una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le nostre imprese che in fin dei conti sono quelle che danno il servizio ai lavoratori. Ma è altrettanto urgente far si che la prossima gara Consip da 1,2 miliardi di euro non venga aggiudicata con gli sconti delle precedenti perché saremo sempre noi a pagarli!”.

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