Santhià protagonista nella campagna 8 per mille della Chiesa Cattolica

Il progetto di Amos Più per le cure sanitarie ai più vulnerabili

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La nuova campagna della Conferenza Episcopale Italiana racconta la “Chiesa in uscita”, ovvero i tanti progetti/servizi che vanno a sostenere le persone in difficoltà e fragili. Anche Santhià ne è protagonista con un progetto di assistenza sanitaria gratuita per i più vulnerabili.

Amos Più

A gestire tale progertto è la Fondazione “Amos più’ – Obiettivo Salute Ets”, nata nel 2013 come progetto all’interno del gruppo di Carità Sant’Agata, insieme alla Caritas Diocesana Eusebiana.

“Nel 2022, dall’idea di Luigina Rollino, a cui oggi è intitolata la struttura - spiega Carlo Greco, direttore della Caritas Eusebiana - Amos, si trasforma in Fondazione Amos Più Obiettivo Salute ETS, affiancando all’attività di accompagnamento dei malati oncologici negli ospedali per le terapie, servizi aggiuntivi quali: prestazioni sanitarie e visite mediche specialistiche, sostegno e assistenza agli ammalati con deficit della memoria. Un progetto volto ad accelerare i tempi delle prestazioni necessarie a cittadini “fragili” come pazienti oncologici, soggetti con fragilità economica, anziani soli o con malattie neurodegenative o con necessità di visite in tempi brevi, persone con necessità di sostegno psicologico”.

Cure tempestive per supplire alle carenze della sanità pubblica

L’obiettivo è chiaro: garantire cure tempestive a chi non può permettersi di aspettare le tempistiche del Servizio Sanitario Nazionale consentendo, anche alle persone indigenti, di ricevere visite mediche private gratuitamente. I destinatari delle attività sono persone ammalate e bisognose, anziani in particolare, in uno stato di vulnerabilità economica e sociale.

È stato, inoltre, attivato sempre ad accesso gratuito, uno spazio per persone affette da Alzheimer con il fine di sostenere nel decorso della malattia la persona stessa ma anche la rete di caregiver, molto spesso trascurata.

“L’associazionismo, i gruppi parrocchiali, i cittadini di Santhià e degli altri 12 Comuni consorziati, hanno compreso e apprezzato il servizio offerto da Amos più e la necessità di aumentare i loro sforzi nei confronti delle persone fragili, sviluppando un maggior senso di prossimità e comunità”, prosegue Greco.

Benefici in 13 comuni

Realizzato anche in collaborazione con i medici di famiglia, il progetto ha portato con sé benefici del tutto innovativi offerti ai 13 comuni consorziati sul territorio vercellese e biellese.

“Da questo approccio è nato, dunque, - aggiunge don Andrea Matta, parroco di Santhià e responsabile del Gruppo di Carità Sant’Agata - un progetto di welfare innovativo che ha coinvolto la comunità, con momenti formativi sul tema della salute stimolando il valore della testimonianza della carità nei confronti delle fasce deboli della popolazione e le persone in situazione di disagio economico o sociale, che hanno fornito un importante contributo segnalando carenze ed eventuali proposte”.

Chi sono i beneficiari

Il presidente della Fondazione autonoma Amos più Obiettivo Salute ETS Gianni Brunoro, specifica: “I beneficiari dunque non sono concepiti come semplici fruitori di servizi socio-assistenziali o socio-sanitari ma, come persone bisognose da ricollocare all'interno di percorsi che permettano loro di riscoprire il proprio valore e la propria dignità.”

La Fondazione cerca di interpretare al meglio i bisogni che persone sole, anziane, hanno per vedere di salvaguardare la propria salute.

La testimonianza

“Quando sono qui mi sento come a casa mia – racconta Maria Teresa Paula, beneficiaria - perché sono coccolata, mi stanno vicino, mi consigliano. Insomma, non mi sento sola. Questo posto mi ha dato un aiuto importante; qui trovo un sostegno per spostarmi per i controlli e mi supportano nelle mie necessità”.
La struttura può contare sulla presenza di una squadra di oltre 60 volontari che seguono quotidianamente i pazienti che si rivolgono al centro.

I volontari

“Accogliamo ogni persona, la accompagniamo durante le visite e la riportiamo a casa. – spiega Renzo Manuello, volontario - Questi soggetti, oltre all’aspetto sanitario, hanno bisogno di sentirsi reinseriti all’interno della società, che qualcuno ogni tanto gli telefoni e di ricevere un po’ di calore umano. Per tutti, il nostro affetto è parte integrante della terapia.”
Grazie ai volontari e alla risposta concreta di medici e infermieri si garantisce con continuità assistenza ai più vulnerabili che trovano, nella Fondazione Amos più, un punto di riferimento per la loro salute.

“Il successo del progetto - conclude il direttore Carlo Greco - si basa, soprattutto, su tre elementi: il prezioso contributo dell’8xmille alla Chiesa ca0ttolica, la forza del volontariato e la sensibilità degli specialisti.”.

Il video relativo al progetto che racconta, attraverso la testimonianza dei volontari e dei beneficiari, un’opera che offre un sostegno tangibile nel segno della solidarietà.