Pronto Soccorso: non è emergenza è crisi cronica

I sindacati intervengono e illustrano tutti i mali strutturali del Sant'Andrea.

Pronto Soccorso: non è emergenza è crisi cronica
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Pronto Soccorso: non è emergenza è crisi cronica. I sindacati intervengono e illustrano tutti i mali strutturali.

Pronto Soccorso: non è emergenza è crisi cronica

Premettiamo che questa polemica non riguarda il personale, che è sempre stato ammirevole nel suo impegno ed è guidato da Roberta Petrino, una specialista, apprezzata anche a livello europeo. Detto questo è evidente che qualcosa di strutturalmente problematico esiste. I comparti della Sanità di  Cgil, Uil e Cisl hanno denunciato infatti croniche carenze di personale (aggravate dal blocco della graduatoria Oss), crisi che pesa su tutto l'ospedale con turni onerosi e una sostanziale riduzione di personale, per risparmiare 400.000 euro...  mentre le altre Aziende non l'hanno fatto. C'è stata anche una totale impreparazione logistica nel prevedere la crisi influenzale che arriva ogni anno. Nella lunga relazione i tre sindacati lamentano anche il persistere di inadempienze sul profilo della sicurezza. Insomma, se avete tempo di leggere, trovate una "radiografia" completa. Nei giorni scorsi a sottolineare "una situazione mai vista in trent'anni" era stato persino, in un post su Facebook, il presidente provinciale dell'Ordine dei Medici Pier Giorgio Fossale. Aspettiamo una replica dell'ASL, ma certamente i problemi ci sono, e tanti.

La relazione dei sindacati

"Il recente picco influenzale che, come in altri territori della REGIONE e non solo, è stato causa di sovraffollamento ai pronti soccorso, nella nostra ASL ha rappresentato solo la punta dell’iceberg delle gravi carenze presenti. Certamente, in un contesto fatto di organici ospedalieri e territoriali gravemente insufficiente e di situazioni logistiche –strutturali inadeguate, anche l’influenza è stata causa di grossi problemi organizzativi/gestionali affrontati peraltro in maniera tardiva e, come oramai spesso accade, attraverso solo con l’alto senso di abnegazione e responsabilità del personale presente.

Risposta inadeguata

Si è istituito il cosiddetto reparto d’inverno non con un adeguato piano di assunzione di personale ma attraverso la riduzione del personale addetto all’assistenza (es: OSS medicina/Pneumo). Con l’aggravio di turni ovvero con il rientro dai riposi del personale già presente o con l’allungamento dell’orario di lavoro oltre le 8 ore.

Non si può non evidenziare che anche la scelta di collocare il reparto d’inverno di area medica in un reparto chirurgico sia al dir poco inappropriato.  A dicembre la Direzione ha disposto anche la deroga al riposo giornaliero di 11 ore in netto contrasto con le normative vigenti ma soprattutto in contrasto con la protezione della salute degli operatori e sicurezza dei pazienti. La previsione di attivare l’assunzione di personale interinale è arrivata in netto ritardo e peraltro in numero insufficiente, dopo che abbiamo fatto presente la situazione per mesi durante gli incontri con la Direzione, senza però che la Direzione si attivasse per porvi rimedio.
Ancora in questi giorni si sta gestendo il picco influenzale senza un piano preventivo e adeguato al reale fabbisogno, come peraltro è avvenuto lo scorso anno eppure, si sa che l’influenza come il Natale, arriva d’inverno e come peraltro si sa che a Ferragosto, ci sarà il caldo ad aumentare gli accessi al pronto soccorso.
Tutto quanto detto però è solo la punta dell’iceberg.

Serve più personale

Lo scorso luglio gli operatori con le rappresentanze sindacali hanno manifestato davanti ai cancelli del Presidio di Vercelli e di Borgosesia per invocare la necessità inderogabile d’immediate assunzioni. L’Azienda, alla presenza del Sindaco di Vercelli, anche in qualità di presidente della Conferenza dei Sindaci, si era impegnata ad assumere, accelerando le procedure concorsuali. OGGI SIAMO DI FRONTE ALLA PARADOSSALE SITUAZIONE DI AVERE UNA GRADUATORIA DI OSS NON FRUIBILE (per il noto ricorso al TAR) e un concorso per infermieri che langue. Senza contare gli altri profili professionali poiché non è ancora stata predisposta un'idonea valutazione dei fabbisogni di personale, di tutto il personale dell'ASL.

Operatori da "stabilizzare"

Per la verità va denunciato che anche il personale oggi da stabilizzare e quindi già operante sta aspettando il giusto riconoscimento assunzionale a tempo indeterminato e gli impegni dell’Azienda di assumere da altre graduatorie, come peraltro avviene in altre AZIENDE, non trovano compimento.

Parrebbe che mentre altre AZIENDE fruiscano tranquillamente dalle graduatorie della nostra ASL (vedi OSS) ciò non avvenga per la nostra, che riceve dinieghi dalle altre ASL anche piemontesi. Tale situazione estremamente grave, denota una pessima regia da parte regionale che le suddette Organizzazioni sindacali hanno da tempo denunciato.

A ciò si aggiunga che nel febbraio scorso la RSU e le OO.SS hanno sottoscritto un accordo con la Direzione al fine di attivarsi al più presto a sanare le gravi carenze con tutte le possibili forme contrattuali come soluzione ponte alla conclusioni delle procedure concorsuali.

Risparmiati 400.000 euro sulle assunzioni

Soluzione provvisoria che avrebbe portato il necessario ‘ossigeno’ ad una situazione gravemente malata. Nulla è stato messo in essere e di contro scopriamo che la Direzione ha risparmiato circa 400.000 euro rispetto al budget destinato all’assunzione del personale, una SBERLA a tutti gli operatori dell’ASL VC di tutti i ruoli che stanno lavorando oltre i limiti psico-fisici e normativi.

Il numero di personale è diminuito ovvero non si è garantito nemmeno il turn over ed è nettamente inferiore persino ai fabbisogni calcolati secondo i parametri regionali ,parametri peraltro da noi contestati perché al ribasso, ad esempio mancherebbero, secondo i parametri regionali, circa 50 OSS e 80 Infermieri,  decine di coordinatori senza tener conto dell’aumento delle attività avvenuto nell’ultimo anno e dei prossimi insediamenti (Universita’,Casa della Salute ecc). Un esempio per tutti è il raddoppio dell’attività delle sale operatorie e quindi di tutto l’indotto con una palese diminuzione del personale full time. Non solo gli operatori sanitari sono carenti ma contrariamente a quanto detto dalla Regione anche quello amministrativo come palesemente dimostrato dalle code agli sportelli ,ai ritardi nell’approvvigionamento dei materiali ecc.

La situazione dei posti letto

Gli ultimi Atti aziendali hanno definitivamente decretato la riduzione di 80 posti letto all’ASL che, come CGIL-CISL-UIL aveva denunciato attraverso la manifestazione dell’ottobre 2016, era ingiustificata ed incongrua. I recenti eventi e sovraffollamenti al pronto soccorso non fanno che avvallare la nostra tesi.

Secondo il Patto della Salute 2014/16, la legge 135/12 e la successiva L.R 600, l’ASL VC non necessitava di alcun taglio, in quanto in linea con i parametri previsti da quelle normative eppure la Regione, attraverso la Direzione, ha proceduto alla chiusura di Strutture importanti prima fra tutte quella dell’ONCOLOGIA con conseguenze gravi nella gestione dei malati oncologici.

Malati oncologici in Medicina

Malati che per una buona percentuale trovano , contrariamente a quanto sostenuto da Regione ed Azienda , collocazione in Medicina causando il fenomeno degli ‘appoggi’ ovvero malati collocati in reparti diversi dalla disciplina di appartenenza oppure di Reparti destinati a malati per post –acuzie utilizzati per acuti.

Situazione non di poco conto dal momento che i medici si trovano nella Struttura della propria disciplina ed il personale infermieristico ed OSS viene assegnato secondo carichi di lavoro non pertinenti con conseguenti formazione professionali diverse. Per quanto riguarda la chiusura dell’Oncologia, le confederazioni CGIL-CISL.UIL sono ancora in attesa di conoscerei dati della Direzione rispetto al fabbisogno oncologico dell’anno 2017 visto che viviamo in un territorio noto per l’alto tasso di tumori.

La recente attivazione di ulteriori posti letto in RSA per il picco influenzale non fa che ulteriormente confermare l’ingiustificato taglio dei posti letto rispetto al reale fabbisogno. La nota assenza della risposta territoriale non fa che aggravare la situazione, i cosiddetti letti di continuità a valenza sanitaria CAVS, disciplinati da precise normative, sono spesso utilizzati in modo al dir poco incongruo ovvero vengono occupati da malati in fase acuta con gravi rischi per pazienti e operatori in quanto il personale è ‘tarato’ per diversi carichi di lavoro .
Ma non si tratta solo di numeri ma anche di sicurezza

Il capitolo sicurezza

E’ trascorso ormai più di un anno e mezzo da quando lo SPRESAL di competenza,a seguito di una segnalazione sindacale, ha sanzionato l’ASL per una serie di inadempienze.

Situazioni peraltro non ancora sanate nonostante gli impegni presi, a cominciare dalla ristrutturazione e trasferimento dell’Area Medica del 6’ piano. Il recente incendio, avvenuto proprio al 6’ piano, avrebbe potuto avere ben altre conseguenze (senza naturalmente minimizzare l’accaduto) se fosse avvenuto in altre stanze dello stesso piano. Diversi sono gli infortuni legati alle condizioni della Struttura e pochi sono gli ausili messi a disposizione in tutta l’ASL.

A questo si aggiunga l’usura dei lavoratori che con la media di età in continuo innalzamento non fa che peggiorare la situazione all’interno dei reparti. Siamo ancora in attesa di nuovi letti di degenza che sostituiscano gli attuali, estremamente inadeguati al trasporto e alla mobilizzazione dei pazienti. Tale situazione è stata da tempo sollecitata per parte sindacale e dai rappresentanti sindacali della sicurezza.
Sicurezza anche troppo spesso non assicurata ad operatori quali ad esempio gli amministrativi del CUP, servizio in una struttura inadeguata, in alcune giornate l'affluenza è tale da vedere utenti stipati come le sardine.

Anche questa situazione è stata segnalata alla Direzione ma non ha trovato riscontro.

Serve più sicurezza al Cup

Al CUP sarebbe necessario prevedere un personale di “accoglienza”, per meglio gestire l'utenza e personale di guardia, come è stato attivato presso la Piastra Poliambulatoriale, ciò anche a fronte delle aggressioni ai colleghi amministrativi che, come altri, operano da soli ed in prima linea presso quella struttura, in condizioni stressanti che, a lungo andare, potrebbero causargli anche problemi di salute.
I carichi di lavoro non correttamente valutati possono incidere sulla sicurezza dei lavoratori in generale e, per il personale sanitario, comportano anche conseguenze sulla sicurezza dei pazienti.

I problemi di Staffing in sanità (carenza di operatori, aumento del turn-over ed incremento dell'età media), insieme al peso e la frequenza delle interruzioni del flusso lavorativo (es. pochi infermieri continuamente interrotti magari durante la somministrazione delle terapie), nonché pratiche amministrative costrittive (uso sempre più assiduo di procedure e protocolli che regolano l'attività clinica, la necessità di formalizzare, per fini legali, numerosi atti), sono alcuni dei fattori che incidono , a volte anche in modo grave, sull'organizzazione del lavoro, sulla sicurezza delle cure, sul benessere degli operatori, compromettendone le prestazioni ed aumentando le probabilità di errori, anche a danno dei pazienti.
A questo si aggiunga l’indifferenza dimostrata dall’ASL alle nostre continue denunce del numero insufficienti di tecnici della prevenzione, in particolare del Servizio SPRESAL, alla luce del tragico aumento di casi anche mortali d'infortuni sul lavoro nel nostro territorio.

Prosperano invece gli sprechi...

In un contesto di estrema criticità come quella descritta non si può non segnalare la presenza di consulenze, convenzioni non giustificate. Da almeno un biennio esiste una consulenza amministrativa peraltro non dirigenziale (CAT.D) che avrebbe dovuto rivoluzionare l’assistenza territoriale, i cui risultati non hanno alcun riscontro.

Si sono susseguiti spesso studi commissionati all’Università Bocconi rispetto all’organizzazione dell’area di cura, delle sale operatorie ed altro che non ha portato alcun beneficio, se non a volte confermare progetti già sviluppati dal personale interno. A tutto ciò si aggiungano scelte non adeguatamente ponderate nell’affrontare la giurisprudenza amministrativa; le recenti sentenze del TAR hanno visto bloccare non solo il concorso OSS ma anche l’utilizzo di fondi pubblici per cause perse. Il recente caso del concorso per dirigenti infermieristici ma soprattutto il risarcimento di circa 4.000.000 di Euro che l’ASL VC dovra’ pagare per un contenzioso nato anni fa sono esempi importanti che non possono essere sottovalutati soprattutto oggi che una tale cifra avrebbe sanato carenze di organico e di struttura.

Da anni si aspetta il "blocco operatorio"

Non denunciamo tutto questo per spirito di allarmismo ma per senso di responsabilità nei confronti di pazienti ed operatori. NOI ABBIAMO A CUORE LA SALUTE DEI CITTADINI E DEGLI OPERATORI .Siamo ancora in attesa con le confederazioni di CGIL –CISL-UIL di conoscere i dati delle infezioni ospedaliere , delle complicanze ospedaliere e i rientri in pronto soccorso di pazienti dimessi che spesso sono conseguenze di queste carenze e non ci fermeremo fin quando non otterremo dignita’ alla sanità vercellese e valsesiana".

I sindacati stanno valutando l’indizione dello stato agitazione ed il coinvolgimento degli organi istituzionali a cominciare dalla Prefettura.

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