Parlano i militari di Strade Sicure che sorvegliano la Sinagoga di Vercelli
«I vercellesi ci hanno adottati con affetto»

Per molti vercellesi del centro storico i militari di “Strade Sicure”, che sorvegliano nelle 24 ore l’area intorno alla Sinagoga di via Foa, sono diventati una presenza costante e rassicurante: notte e giorno con sole, pioggia e in quest’inverno anche tanto freddo. Vedere i militari in giro in un paese democratico, quale per fortuna è ancora il nostro, non è motivo di inquietudine, ma un segno di presenza dello Stato, esattamente come “trovare un poliziotto quando serve”.
Parlano i "custodi" del centro storico
Non potevamo non dedicare loro un “servizio” per ringraziarli a nome nostro e della cittadinanza.
Per cui, concordando il tutto con il Comando dell’operazione, il reggimento “Nizza Cavalleria” (1°) con sede a Bellinzago (NO), ne abbiamo intervistati alcuni in un momento in cui erano liberi dal servizio.
In cosa consiste “Strade sicure?”
«L’Operazione “Strade Sicure” - rispondono i militari - rappresenta un esempio concreto del ruolo centrale dell’Esercito Italiano nel fornire un contributo alla sicurezza delle nostre città e delle loro periferie, la cui efficacia è garantita dalla tempestività di intervento, dalla capillare distribuzione delle forze sul territorio e dalla capacità di rischieramento delle unità in ogni condizione ambientale. Fattori decisivi che in molteplici circostanze assicurano la salvaguardia della vita umana e la tutela del bene comune.
L’impiego dell’Esercito nell’ambito di “Strade Sicure” rappresenta quindi un apporto significativo a favore del Paese e contribuisce alla difesa dei cittadini, garantendo una cornice di sicurezza efficace, con attività statiche e dinamiche, per la prevenzione e il contrasto di attività illegali ed eventuali minacce che si possano concretizzare nei siti sensibili. Gli uomini e le donne dell’Esercito, come ogni giorno, garantiranno ai vercellesi l’assolvimento dei propri compiti».
Da chi dipendono i militari impiegati nel centro di Vercelli?
«Il Comando è a cura del Reggimento Nizza Cavalleria (1°) di Bellinzago Novarese, quale reggimento esplorante della Brigata Alpina Taurinense, dal 22 novembre del 2024. L’area di responsabilità del Raggruppamento Pimonte Liguria, che è alle dipendenze del Comando Truppe Alpine di Bolzano, comprende le città di Torino, Vercelli, Genova e Ventimiglia con un totale di oltre 430 tra uomini e donne dell’Esercito schierati sul terreno, a supporto delle forze dell’ordine. Gli uomini impiegati presso il sito della Sinagoga sono effettivi al Reggimento Artiglieria Terrestre “a Cavallo” di Vercelli (le “Voloire” ndr), un’unità di supporto diretto della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli” nell’ambito della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare (Cnpm)».
Cosa vi pesa maggiormente nei vostri lunghi periodi di sorveglianza anche notturna?
«Non abbiamo problemi particolari. Siamo addestrati a svolgere questo tipo di attività che, come operazione sul territorio Nazionale, ha raggiunto e superato il suo sedicesimo anno (dal 2008 ad oggi). Abbiamo i nostri compiti operativi e seguiamo procedure consolidate».
Che rapporto avete con i cittadini vercellesi?
«Il rapporto tra noi e i cittadini vercellesi è improntato ad una collaborazione costruttiva e rispettosa. I militari sono impegnati nella sicurezza e nel supporto alla comunità. Ci sentiamo apprezzati dai vercellesi. Ogni giorno, come militari dell’Esercito Italiano e cittadini italiani, cerchiamo di svolgere al meglio il nostro lavoro con il fine unico di garantire maggiore sicurezza a tutti loro e sembra questo venga apprezzato molto».
Avete avuto qualche momento critico o notato movimenti sospetti nei vostri turni di guardia?
«Durante il servizio a Vercelli non abbiamo mai riscontrato situazioni complicate o difficili da gestire. Le attività quotidiane si sonosempre svolte con regolarità e in un contesto di normalità operativa. Se ci fossero delle criticità verrebbero affrontate in modo discreto e con il coinvolgimento delle forze dell’ordine».
Come vi sembra la nostra città?
«La totalità dei militari impegnati in quest’operazione proviene da località lontane da Vercelli, portando con sé culture e storie diverse. Tuttavia, dopo anni di servizio in queste terre, molti di loro hanno iniziato a considerare la città come una seconda casa. Grazie all’accoglienza dei vercellesi, si sono integrati pienamente, costruendo legami personali e vivendo il territorio con senso di appartenenza e familiarità. Per questo siamo così bene integrati, non siamo dei “corpi estranei”, ma viviamo la città e ne apprezziamo le notevoli bellezze storiche e artistiche. Siamo di casa e questo i vercellesi l’hanno capito benissimo».

L'apprezzamento della Comunità Ebraica e della città
E una testimonianza di apprezzamento arriva dalla presidente della Comunità Ebraica Rossella Bottini Treves: «Li dobbiamo veramente elogiare per la loro costante presenza, sapere che sono lì giorno e notte, davanti al nostro Tempio ci rassicura. Grazie all’Esercito, dunque, ma non solo. Voglio ringraziare il Prefetto che è sempre stato molto attento alla sicurezza dei nostri luoghi, alla Polizia di Stato, in particolare la Digos, Carabinieri, Guardia di Finanza. Tutte le forze dell’ordine».
Un apprezzamento che è evidente in chiunque viva il centro cittadino ed al quale aggiungiamo quello della nostra redazione, che probabilmente è una delle più “blindate” d’Italia.
I numeri di "Strade Sicure"
L’Esercito Italiano dal 4 agosto 2008, in virtù della Legge n. 125 (24 luglio 2008), conduce ininterrottamente sul territorio nazionale l’operazione “Strade Sicure”, a difesa della collettività, in concorso e congiuntamente alle Forze di Polizia per il presidio del territorio e delle principali aree metropolitane e la sorveglianza dei punti sensibili.
In particolare, l’Esercito schiera più di 6.635 uomini e donne in 57 province del territorio nazionale a presidio di circa 968 siti.
Per quanto riguarda il Raggruppamento Piemonte Liguria, nell’ultimo periodo c’è stato il passaggio di responsabilità delle aree Liguri e Piemontesi tra il 32° Reggimento Genio Guastatori di Fossano e il Nizza Cavalleria (1°) di Bellinzago Novarese entrambi appartenenti alla Brigata Alpina “Taurinense”.
Il Colonnello Federico Boldrin, 98° Comandante il Reggimento Nizza Cavalleria (1°) ha formalmente assunto dal 22 novembre scorso il Comando del Raggruppamento, ricevendo le consegne dal suo predecessore, il Colonnello Giuseppe Francesco di Maggio, Comandante del 32° Reggimento Genio Guastatori.
Nel 2024 sono stati effettuati oltre 110.000 controlli a persone che hanno condotto a oltre 100 arresti, effettuati anche con Il Metodo di Combattimento Militare (MCM) quale strumento fondamentale durante le attività di vigilanza e di salvaguardia della sicurezza dei cittadini, e al sequestro di oltre 50 armi e più 5 kg di sostanze stupefacenti.
«L’impegno dell’Esercito - commentano dal “Nizza Cavalleria” - risulta particolarmente articolato e la dimostrazione tangibile del prezioso contributo alla collettività è testimoniato risultati concreti che evidenziano, da inizio operazione (2008), sul territorio nazionale più di 56 milioni di controlli a persone e veicoli e oltre 103.000 persone poste in stato di fermo, arrestate o denunciate. Dagli accertamenti effettuati sono scaturiti i sequestri di oltre 1.887 armi, 17000 veicoli e più di due tonnellate e mezzo di sostanze stupefacenti».
Sono numeri importanti che fanno capire l’importanza di avere questi presidi nelle nostre città, anche soprattutto per la prevenzione.