Morte Gualtiero Marchesi i ricordi vercellesi

"E' stato il papà della ristorazione di qualità in Italia".

Morte Gualtiero Marchesi i ricordi vercellesi
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Morte Gualtiero Marchesi i ricordi dello chef stellato Christian Costardi e della giornalista Paoletta Picco.

Morte Gualtiero Marchesi ricordi vercellesi

Gualtiero Marchesi è scomparso ieri, martedì 26 dicembre, a Milano, nella sua casa, circondato dai familiari. Era titolare del ristorante 'Il Marchesino', e da poco, in ottobre, aveva lasciato il rettorato di Alma, la Scuola Internazionale di Cucina Italiana. E' stato una leggenda ed un grande promotore della cucina italiana nel mondo.

Le testimonianze

Lo ricordiamo con le parole di due vercellesi che l'hanno conosciuto di persona.

Christian Costardi, con il fratello Manuel, gestisce la cucina dell'Hotel Cinzia di Vercelli, che è anche l'unico ristorante con una stella Michelin del territorio. I due chef sono noti a livello nazionale per la loro bravura e originalità.
“L'ho conosciuto abbastanza bene - ricorda - in occasione di un convegno sull'utilizzo del riso in cucina qui a Vercelli. Fu alcuni anni fa, era già sull'ottantina, ma era sempre più avanti e più giovane di pensiero di tutti gli altri.

Credo che il suo insegnamento più grande sia stato che per eccellere in cucina bisogna anche farsi una cultura a 360 gradi. L'arte, le letture, la musica, la conoscenza in genere, sono fondamentali se si vogliono creare delle suggestioni efficaci nei piatti che si vanno a proporre. Lui è stato il vero papà della ristorazione italiana. Prima di lui c'erano le trattorie... con il suo operato siamo passati al concetto di qualità nella ristorazione. Se oggi l'Italia è leader nel mondo in questo settore lo dobbiamo anche al suo operato”.

Paoletta Picco, dirigente scolastico dell'Istituto Avogadro, è anche una stimata giornalista specializzata in temi agricoli e gastronomici e anche lei ha conosciuto il maestro, titolo per nulla esagerato.

“Ho un ricordo di una persona vivacissima, nonostante l'età avanzata, che peraltro non dimostrava nel suo modo di essere e di agire. Non era uno chef paludato, non si fermava mai troppo sui suoi successi, anche perché è stato sempre alla ricerca di novità. Molto attento ai giovani e alla loro formazione. Nella sua famiglia ci sono due bravi musicisti e lui quando si trovava in cucina era come un musicista che compone una melodia, solo che usava il cibo invece delle note”.

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