Le gloriose Autobianchi sfileranno nella Bassa Vercellese
Sabato e domenica prossimi il raduno delle leggendarie vetture di Desio. Non perdete la breve storia del marchio.
Emozioni in vista per gli amanti delle auto d'epoca. Sabato e domenica prossimi sfileranno lungo le strade della Bassa Vercellese le gloriose Autobianchi per il raduno 2024 intitolato a Giorgio Gastaldi, il signore della A112 Abarth.
I partecipanti raggiungeranno Casale Monferrato nel pomeriggio di sabato 18 e pernotteranno all'Hotel Business. Nel pomeriggio di sabato la carovana di Autobianchi si sposterà a Stroppiana in visita alla Collezione Marazzato.
Domenica 19 il ritrovo, alle ore 9 all'antico Mulino-riseria San Giorgio di Fontanetto. Dopo la visita al Mulino, riseria del 1400 ancora funzionante ad acqua, si terrà l'Assemblea Nazionale del "Registro" e poi tutti a Gabiano per il pranzo sociale al Ristorante del Commercio.
Al termine del pranzo l'assegnazione del premio intitolato al mai dimenticato "Giorgio Gastaldi" , che fu il responsabile Sbarth del trofeo "A 112 Abarth": consegnerà la coppa il figlio Luca, al proprietario della migliore A 112 Abarth "corsaiola", poi gli omaggi, il vino dell'azienda vitivinicola di Rosignano Monferrato "Vicara" e il riso della riseria di Motta de' Conti (VC) "Riso Lampo".
La storia di un marchio indimenticabile
Autobianchi nasce nel gennaio del 1955 quando la divisione auto si scorpora dalla Bianchi Velocipedi andando a produrre nella fabbrica di Desio alcune delle vetture che hanno fatto la storia del motorismo italiano. Per capire cosa è stata l'Autobianchi basta citare alcuni modelli...
LA BIANCHINA
La BIANCHINA fu una rielaborazione lussuosa (financo opulenta) della Fiat 500 divenuta suo malgrado storica per essere la vettura del Ragionier Fantozzi (fa male pensare a quante ne hanno distrutte durante le riprese...). La successiva PRIMULA, siamo negli anni 60, fu la "media" da famiglia su cui Fiat testò la trazione anteriore che poi avrebbe montato sulle 128 (prima) e 127 poi, autentiche "best seller" popolari degli anni settanta.
LA PRIMULA
Nel 1969 esce poi la A112, utilitaria chic capace di conquistare i cuori dei giovani e delle donne per il suo aspetto gradevole e le finiture curate (il tetto bianco sulle vetture blu scure fa ancora oggi battere il cuore). La A112 ebbe una carriera lunga ben otto serie, dalla prima, splendida con zero plastica e lussuose cromature, fino all'ultima (anni 1985 e 1986) caratterizzata da vistose appendici in plastica, spin-off del modello che aveva consegnato il testimone all'altrettanto gloriosa Y10.
LA MITICA A112
Negli anni 70 ebbe un grande successo anche la A111, tre volumi compatta, trazione anteriore, che i non addetti ai lavori confondevano spesso e volentieri con la Fiat 128. A111, a trazione anteriore, nacque per impulso del leggendario ingegnere Dante Giacosa (1905-1996), padre di Fiat che hanno scritto la storia come "Balilla", "1400", "1100", "1300 e 1500" e soprattutto la "600", e fino ai modelli degli anni 70 che hanno fatto numeri record di vendita. Giacosa iniziò a studiare la berlina che avrebbe dovuto sostituire le diffusissime 1300/1500 e il progetto prese il nome "123" (berlina quattro porte, tre volumi, trazione anteriore e motori performanti). L'ostracismo di mamma Fiat fece accantonare l'idea a favore della "124", uscita a trazione posteriore con motore 1.200. La 123 finì nelle mani dell'Autobianchi che voleva sostituire la Primula e con il nome A111 divenne realtà.
LA BERLINA A111, CONCEPITA DA DANTE GIACOSA
Tornando agli anni ottanta, la Y10 proseguì la leggenda della A112 con una carrozzeria sfiziosa (il lunotto praticamente verticale e il frontale spiovente) e una campagna di marketing accompagnata dalla bellezza delle star femminili dell'epoca proseguendo con vendite a dir poco eccezionali. Con la Y10 la Autobianchi aprì ben presto alla trazione integrale con una 4x4 che ebbe notevole successo commerciale.
LA MODERNA Y10, SPIN OFF DEL MARCHIO AUTOBIANCHI
La Y10 turbo, velocissima e deliziosa esteticamente, non riuscì a ripetere il successo straordinario della A112 ABARTH, risposta italiana alla Mini Cooper, prodotta dal 1971 al 1985 e senza dubbio la più leggendaria delle Autobianchi mai costruite (121.600 esemplari costruiti). Dapprima dotata di 58 cavalli DIN, la sua potenza salì quindi a 70 il che ne faceva un'auto scattante e veloce sul misto. La vettura appassionò al tal punto che nacque una competizione chiamata Trofeo A112 Abarth.
LA A112 ABARTH, SOGNO DI MOLTISSIMI GIOVANI ANNI 70 E 80
Nella gamma c'è anche la STELLINA, spider di gran design, prima automobile italiana con una carrozzeria in vetroresina montata su un telaio in acciaio.
Autobianchi iniziò il declino negli anni 90, declino che culminò con la chiusura dello stabilimento di Desio nel 1992. La Y10 venne prodotta ancora (e bene) in altri stabilimenti e infine all'Alfa Romeo di Arese fino al 1995, anno in cui il marchio Autobianchi andò definitivamente "in pensione".