Infinito dolore per Stefano Balduzzi, ingegnere e musicista

Aveva solo 52 anni. Cordoglio tra i tantissimi amici e gli ex compagni del Liceo Scientifico.

Infinito dolore per Stefano Balduzzi, ingegnere e musicista
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"Sembra impossibile pensare che Stefano non sia più con noi...". Con gli occhi sbarrati e la voce tremula per il dolore, amici ed ex compagni del Liceo Scientifico Avogadro (la sezione B del quiquennio 1984-89) hanno dato l'addio giovedì scorso a Stefano Balduzzi, un ragazzo meraviglioso ancor prima che un uomo gentile e misurato. Il funerale si è tenuto nella chiesa di San Michele a Robbio, la sua Robbio, quella che lo ha visto crescere prima di vederlo partire alla volta di Cernusco sul Naviglio, dove si era trasferito per abitare vicino alla sorella Claudia e alla sua famiglia.

Ingegnere elettronico laureato al Politecnico, Stefano Balduzzi ha avuto tantissime passioni. In primis quella per la musica rock: chitarrista raffinato e profondo conoscitore di strumentazione ed effetti, la sua Fender Stratocaster è stata protagonista di diverse band e il suo assolo di Kayleigh dei Marillion risuona ancora nell'orecchio degli intenditori. Da tempo si era poi "innamorato" della montagna: sul suo profilo FB lo si vede felice al culmine di alcuni dei più bei sentieri dell'arco alpino.

Ma gli amici lo ricordano soprattutto per il carattere mite e una gentilezza impareggiabili: aveva una grande cultura ma non la ostentava. E poi era davvero simpatico. Difficile trovare una persona che piaccia così tanto a tutti.

Chi scrive lo ricorda con la maglietta degli Iron Maiden e l'inseparabile chitarra classica a tracolla nelle notti d'estate dei primissimi anni 90.

Stefano, amico mio, ripenso continuamente a quelle nottate riminesi seduti sugli espositori chiusi della Fiera del Libro (in spiaggia era già proibito andare di notte). A fare musica con tre chitarre e le mani da battere per fare ritmo. Tu a condurre, impeccabile negli arpeggi, gli altri a fare la ritmica e io a cantare. In un momento si radunava intorno a noi un capannello di ragazze e ragazzi incantati dalla tua bravura. Avevamo 19/20 anni e l'estate per noi era così, era fatta di sorrisi, complicità e musica. A improvvisare le cover delle nostre band e dei nostri cantanti preferiti (quante volte abbiamo suonato "Viva la mamma". "Africa", "Nothing else matters", "Losing my religion"...).

DG

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